20 I limiti della zona di azione di ciascun sommergibile erano stabiliti nel modo seguente : n. 1 - a SE della linea che dall’estremo SE dell’isola Premuda dirige a SW ; n. 2 - fra la linea precedente e quella passante per l’estremo S. dell’isola di Lussili; n. 3 - fra quest’ultima linea e la parallela passante per il centro di Sansego; n. 5 / separati dalla linea che dallo scoglio Galiola n. 6 ) dirige per SW e tino alla zona segnata col n. 4. « I sommergibili avevano ordine di rimanere in immersione nella zona loro assegnata per attaccare qualunque unità nemica si presentasse. Qualora lo avessero ritenuto opportuno, per condurre a fondo un attacco, erano autorizzati ad entrare nelle zone adiacenti. A mezzodì del 28 dovevano considerare ultimate le operazioni e dovevano far ritorno a Brindisi, essendo autorizzati a toccare, per riposo e rifornimenti, quei punti della costa italiana che avessero ritenuti più convenienti; possibilmente Ancona, Barletta, Bari. La missione fu compiuta secondo le istruzioni e tutti i sommergibili si trovarono per l’ora prescritta nel punto a ciascuno assegnato. Nessuna nave nemica fu avvistata. Nel ritorno il Nautilus toccò Ancona; Messidor, Monge, Veletta, Barletta; il Fresnel Bari ed il Nereide raggiunse direttamente Brindisi. Il Nereide il 30 mattina; il Fresnel, il Veletta ed il Munge alla sera del 30; il Nautilus ed il Messidor nel giorno successivo. Nessun inconveniente al personale ed al materiale; soltanto necessità di rettifiche, visite e manutenzioni della durata di circa 5 giorni. Per la missione compiuta ho elogiato tutti i comandanti dei sommergibili ed in speciale i comandanti del Nereide e del Veletta. Il vice ammiraglio comandante in cayo dell'Armata Luigi di Savoia». Al sud veniva istituito un regolare servizio di agguato sulla rotta Punta Menders-Capo Rodoni-Capo Laki ed in vicinanza dell’isola di Saseno. Allo scopo di evitare pericolose interferenze negli agguati, il comando in capo della 2a Squadra a Brindisi ed il comando in capo del dipartimento di Venezia, s’informavano reciprocamente quando i limiti delle zone di agguato dei propri