227 Il battello si è sollevato di poppa e con la poppa avanti esso è affondato in pochi secondi. Al successo ha partecipato tutto l’equipaggio, perchè ognuno, nel tempo della sua istruzione, dimostrò grande zelo per impratichirsi del proprio servizio; cosicché il battello era all’altezza del « pronto al combattimento », malgrado che da appena 4 settimane fosse in servizio in Adriatico. 1° tenente di vascello Von Heimburg ». Perdita del “ Nereide L’11 luglio 1915 venne occupato l’isolotto di Pelagosa per varie 'ragioni militari, non ultima quella di costruirvi una piccola base di appoggio e di rifornimento per i sommergibili e le siluranti che operavano nella zona inferiore dell’arcipelago dalmata. Non era da escludere che Pelagosa potesse essere bombardata da navi nemiche, ma, con un sommergibile normalmente dislocato in quelle acque, si potevano rendere pericolose le adiacenze dell’isola per le navi attaccanti; ciò si verificò nel bombardamento subito dall’isola il 23 luglio, quando le navi austriache, appena avvistato il sommergibile, si allontanarono precipitosamente. Il sommergibile in agguato presso Pelagosa, doveva attenersi alle seguenti consegne del Comando flottiglia sommergibili di Brindisi (18 luglio 1915) : « Un sommergibile parte da Brindisi nelle ore antimeridiane del giorno X per trovarsi presso Pelagosa prima dell’alba del giorno successivo (X + l). Rimane in quelle acque per la difesa del posto fino alla sera del giorno (X + 2), dirigendo quindi su Barletta, dove rimane il giorno (X + 3) fino alle prime ore del giorno (X + 4), per essere di ritorno a Brindisi la sera stessa. A Pelagosa prende contatto con quella stazione di vedetta per le segnalazioni di scoperta (codice speciale) e per altre comunicazioni. « Il pericolo più grave che il sommergibile può correre, è un attacco di sorpresa da parte di un sommergibile immerso. Deve pertanto richiedere alla stazione di vedetta un’accurata vigilanza specialmente sotto tale rapporto, poiché essa è in