90 inviati in E. (5 miglia dal semaforo per 110 gradi) ed in W. (5 miglia dal semaforo per 310 gradi) e due sottomarini nei punti A e B (3 miglia dal semaforo per 110 gradi e 310 gradi rispettivamente). I sommergibili dovevano attaccare il nemico senza preoccupazioni reciproche. Quando essi ritenevano cessato l’attacco si avvicinavano al semaforo lino ad assicurarsi che questo avesse ammainato il segnale di allarme e quindi rientravano in porto. I rimanenti sommergibili restavano in porto pronti a muovere con paratie stagne e portelli chiusi, gli equipaggi al riparo ad eccezione del personale strettamente necessario per armare e rifornire i pezzi. La direzione del tiro antiaereo veniva assunta dall’ufficiale direttore del tiro della flottiglia e in mancanza di questo dall’ufficiale di ispezione. In caso di attacco notturno i sommergibili restavano in porto pronti a muovere con l’equipaggio al riparo salvo gli armamenti dei pezzi. ★ ★ ★ Nel mese di maggio si rese necessario che la flottiglia sommergibili di Ancona contribuisse, quando possibile e dietra richiesta del Comando del Dipartimento di Venezia, ad un servizio di agguato verso Capo Promotore e presso Punta Nera. Le modalità di esecuzione delle sopraddette missioni erano : per Capo Promontore. - L’unità partiva alle ore 19 del giorno X dirigendo per il Quarnero in modo da giungere presso Capo Promotore avanti l’alba. Rettificata la posizione e solo se le condizioni del tempo e del mare lo avessero consentito, essa doveva tentare di guadagnare lo specchio d’acqua a destra dello Scoglio Porer lasciando a sinistra la Secca Pericolosa. Pur passando fra i supposti sbarramenti sarebbe stato conveniente guadagnare tale specchio d’acqua navigando in immersione dai 30 ai 40 metri. Eseguito l’agguato il sommergibile doveva ritornare, dirigendo per il punto a 10 miglia a N.E. di Fano per rimanervi il giorno (X + 2) rientrando ad Ancona il giorno (X + 3) e lasciando il punto di agguato non prima delle ore 7;