213 venienti erano stati riparati ed alle prove fatte in arsenale la mattina del giorno 8 il funzionamento dei motori non era stato soddisfacente. « Il comandante Vitturi aveva messo al corrente della situazione il capo squadriglia comandante Ernesto Giovannini, il quale, prima di mezzogiorno, disse a me personalmente che avrebbe cercato di far tutto il possibile per rimandare la nostra crociera di un turno per metterci così in condizioni di ripetere le prove, dopo aver fatte le opportune verifiche e aggiustamenti che si erano mostrati necessari in quelle fatte la mattina. Viceversa verso le ore 16 venne ordine di essere pronti a partire per il tramonto. Il comandante Vitturi per insistenza mia, del macchinista Scelzo e dell’operaio meccanico Grillo, fece ancora una volta osservare al comandante Giovannini che sarebbe stato meglio rimandare di un turno; però avendo il comandante insistito sulla necessità della nostra crociera nessuno di noi fece ulteriori obbiezioni, essendo tutti quanti convinti che, dato lo stato eccellente delle nostre batterie di accumulatori, potevamo affrontare le eventualità di una crociera anche se il funzionamento dei nostri termici non fosse perfetto e sicuro, purché lo scopo della nuova missione non ci portasse troppo lontano dalla base. « Credo utile e necessario riferire quanto sopra perchè, dato lo stato assai precario dei motori termici del Medusa (condizione di cose da tutti conosciuta) potrebbe esser nata la convinzione che ciò abbia in qualche modo influito sulla sua fine; il che è da escludersi completamente. D’altra parte le istruzioni ultime verbali date dal comandante Giovannini al comandante Vitturi pochi minuti prima della partenza erano state le seguenti: « Cercare, in conformità degli ordini avuti, di raggiungere la costa istriana nei dintorni di Umago, restare in agguato tutto il giorno 9 e rientrare la mattina del 10, fermo restando che la riserva di energia elettrica non dovesse mai diventare minore della quantità necessaria per rientrare alla base con i soli motori elettrici. Ed in queste condizioni ci siamo mantenuti durante tutta la crociera. (( Dovevamo essere rimorchiati fino alla costa istriana, se ben ricordo, dallo Zeffiro, ma avendo aspettato alle bocche del Lido oltre due ore senza aver nessuna notizia nè dello Zeffiro, nè di altro cacciatorpediniere, il comandante Vitturi ordinò di procedere con i nostri mezzi; ed infatti uscimmo dalle bocche del Lido e fuori della linea di crociera delle torpediniere con il motore termico di sinistra. Prima delle ore 11 si dovette fermarlo per un’avaria alla pompa dell’olio. Fu messo in azione il motore di dritta ma si dovette quasi subito fermare anche questo per cattivo funzionamento del compressore. Il