293 ferendo il sottotenente macchinista De Palma, il sottocapo meccanico Pellegrini e il cannoniere A. Tonelli, che avevo vicino a me. Il cannoneggiamento cessò mentre la nave poteva essere lontana da me circa 1000 metri, ma essa continuò a dirigermi addosso e, dopo pochi istanti, a velocità che in seguito seppi di circa 17 miglia, mi investì al lato sinistro poco a poppavia della paratia di divisione fra i locali dei motori elettrici ed il locale accumulatori di poppa, penetrando fino a circa metà del sommergibile. « Lasciai un momento la torretta per recarmi in prossimità del punto deH’investimento e dovetti accorgermi che la situazione era irrimediabile per l’acqua che abbondantemente entrava nei due locali e che, per probabile apertura della porta della paratia che separa il locale degli accumulatori dalla camera di lancio a poppa, doveva avere invaso anche questa ultima. « Il battello si appoppò fortemente mentre la nave investi-trice si liberava dal sommergibile il quale in pochi secondi affondava. Autorizzai la gente che lo poteva a salvarsi; dal sottotenente di vascello Massari feci portare verso poppa il cannoniere Tonelli ferito e mi trovai in acqua anch’io. Fummo tutti raccolti da una imbarcazione ammainata e da cime che furono gettate. « La nave inglese, chè tale era la nave investitrice, rimase per circa mezz’ora sul posto, dopo di che si diresse per Marsiglia sua destinazione. Da essa furono raccolti con me il sottotenente di vascello Massari, il 2° capo meccanico Grosso, il 2° capo torpediniere Ribera e 21 fra sottocapi e marinai. « A bordo della nave inglese di nome Cyclamen fui raggiunto dal comandante della stessa, il quale, non ancora perfettamente convinto della nostra nazionalità, richiese che sulla mia parola d’onore assumessi la responsabilità della condotta di tutti. Disse in seguito di aver proceduto all’attacco del sommergibile per essere nave di scorta di un piroscafo avente a bordo 3000 soldati della la Armata, con il quale alle ore 13 aveva lasciato Porto Vecchio (Corsica) diretto a Marsiglia. Egli inoltre aveva avuto informazione circa l’avvistamento, fatto il giorno 8 corrente, a 12 miglia a ponente delle secche di Vada, di un sommergibile tedesco. Riconobbe di aver visti i segnali fatti ma di non aver ciò costituito argomento per farlo desistere dall’attacco ; mentre negò di aver incontrato prima di noi e sulla nostra rotta altra nave o vapore. Questa circostanza però il giorno successivo non venne confermata dall’ufficiale di rotta della nave inglese in un discorso a me tenuto, durante il quale accennò all’avvistamento di un piccolo yacht con alberi molto alti le cui caratteristiche mi convinsero potersi trattare del Cirenaica.