50 Ossia la rotta di andata dall’estremo della rotta di sicurezza si dirigeva verso il punto A, vertice S.W. dell’area di sorveglianza, e la rotta di ritorno dal punto B, vertice N.W. della stessa area, proseguiva verso l’estremo della rotta di sicurezza, con il vincolo di non passare a ponente del punto B prima delle ore 3, per arrivare alla rotta di sicurezza a giorno chiaro. Un altro sistema di agguato fu proposto dal capitano di vascello De Cacquerav, comandante la divisione delle flottiglie francesi operanti in Adriatico, e consistente nell’azione combinata di un drifter e di un sommergibile, essendo quest’ultimo in immersione a rimorchio del primo. Lo scopo era di sorprendere sommergibili o siluranti nemiche che attaccassero il drifter, il quale perciò veniva a costituire l’esca per attirare l’avversario. Tale sistema non era nuovo e già gli inglesi lo avevano impiegato nella Manica, talvolta con risultato. All’uopo si fecero venire dalla Francia speciali braghe di rimorchio. L’impiego del sistema, in base al quale si doveva costituire un terzo sbarramento diurno fra Otranto e Vallona, era il seguente: i preparativi di partenza da Brindisi si facevano un’ora prima del tramonto del sole. Il drifter rimorchiava il sommergibile (emerso) di notte, se il tempo lo permetteva. Le due navi dirigevano, uscendo dalla rotta di sicurezza, per il punto A (vedi schizzo allegato della carta di posizione dell’epoca). Dall’alba del giorno successivo alla partenza cominciava l’agguato e il sommergibile andava in immersione, a rimorchio del drifter il quale navigava a piccolo moto nella zona, in modo da trovarsi al punto B due ore prima del tramonto del sole. Dal punto B le due navi dirigevano su Otranto, giungendovi prima di notte. All’alba del terzo giorno esse raggiungevano il punto B, restando in sorveglianza ed agguato fino al cader della notte; e quindi effettuavano il ritorno a Brindisi passando per il punto A, in modo da presentarsi all’inizio del quarto giorno sul canale di sicurezza all’entrata della base.