216 « Intorno alle ore 6,15, mentre stavo verificando sulla carta la rotta che seguivamo, udii un grido: « un siluro ». Mi voltai istantaneamente a sinistra e vidi la scia a meno di 20 metri da noi. « Ebbi la percezione netta, matematica, sicura, che il siluro avrebbe colpito. Udii il comandante Vitturi ordinare: « tutto a dritta! » ed io mi slanciai verso prua gridando a tutta voce : « in mare !» e mi gettai a capo fitto in acqua saltando dalla piastra del timone prodiero di sinistra. Durante 10 scoppio credo di essere stato in acqua : ebbi l’impressione di trovarmi in un formidabile frangente, lottai con un risucchio, con il rivolgimento dell’onda in scoppio e finalmente venni a galla. Quanto poteva essere passato? 30 o 40 secondi al massimo. Tutto era finito. Il battello, ad una trentina di metri sulla mia dritta spariva e non restava fuori acqua altro che la punta della prua e l’estremità del periscopio. Pochi secondi dopo tutto era scomparso. La torpediniera distante da noi al massimo 700 o 800 metri si allontanava rapidamente, sparando alcuni colpi di cannone i cui proiettili rimbalzavano intorno a me. Mi parve di vedere parecchie teste a galla, qualcuno nuotava, si udivano grida di « aiuto, aiuto, sono ferito! » e altri gridavano chiamando « torpediniera! torpediniera! ». Io ero completamente vestito con stivaloni di gomma e giacca di cuoio ormai così gonfi d’acqua da rendermi difficile qualsiasi movimento. Gridai « coraggio, vengo subito » ed attesi a spogliarmi il più rapidamente possibile. Non credo di aver impiegato in quest’operazione più di tre minuti; nuotai subito a tutta forza verso gli altri, e Modugno venne a galla quasi sotto di me, così come potrebbe venire su dal fondo una mina che perde l’ancora. Era quasi' svenuto. Lo rianimai, soffiai nel collarino che aveva semigonfio al collo ed al quale egli deve certamente la vita. Mentre mi disponevo a lasciarlo, per correre nella macchia di nafta che vedevo poco lungi, fui raggiunto dal marinaio Deiana e dal sottocapo silurista Fontanive 11 quale mi disse che tutti gli altri erano spariti. La stessa cosa mi confermò il marinaio Costanzo Salvatore sopraggiunto in quel momento. Infatti malgrado facessi minuziose ricerche non mi riuscì di vedere nessuno : sul luogo del disastro non restava altro che la gaffa ed il sacco delle bandiere per segnalazioni. Modugno sanguinava da varie ferite alla testa ed alla schiena. Mi chiese di togliergli le scarpe ed essendomi tuffato a questo scopo, mi accorsi che aveva una gamba nettamente spezzata ed una ferita grave alla cintura. Temendo che potesse mancare da un momento all’altro mi affrettai con gli altri tre salvati a rimorchiarlo verso il gavitello S. 2 che sapeyo poco distante da noi. Tolto Modugno eravamo tutti in ottime con-