107 « Il fuoco contro il periscopio continua anche dopo la immersione; i proiettili esplodono a qualche profondità sotto acqua; uno di essi ha lasciato traccie ben distinte della sua esplosione sulla falsa torretta che era a circa quattro metri dalla superficie del mare. « L’essere stato seguito sott’acqua ambedue le volte con tanta esattezza, mi fece supporre che l’attacco veniva guidato da idrovolanti, che, per la limpidezza delle acque, potevano esattamente seguire la posizione ed il moto del sommergibile, oppure che il cacciatorpediniere avesse disposizioni microfoniche tali da seguire anche sott’acqua la posizione del sommergibile. Perciò invece di ritentare subito l’attacco mi sono allontanato a lentissimo moto, arrestando di frequente per non far sentire il rumore delle mie eliche e cercare invece di sentire quelle del nemico, navigando a 21 metri per non farmi possibilmente scorgere da idrovolanti. Dopo più di un’ora e non essendo mai riuscito a sentire alcun rumore di eliche, ritorno alla superficie ma non scorgo nulla vicino a me; lontano non riesco ad esplorare perchè il periscopio è fortemente offuscato a causa di qualche scoppio di proietto in prossimità della lente. « Non essendo in condizioni di offendere mostro bene il periscopio in modo da far ritenere, se mi vedono, che mi sono allontanato verso S.W. ed invece accosto parallelamente alla costa dirigendo fra Capo Rodoni e San Giovanni di Medua. « Ore 22: emergo dopo 21 ore di immersione. Il personale del sommergibile non appare stanco; non fu mai eseguito alcun ricambio d’aria durante l’immersione; solo dopo 16 ore furono messi in funzione i depuratori « Boldrocchi » per assorbire l’acido carbonico, il che diede alquanto benessere. Dopo l’emersione eseguita all’altezza di Budua metto in moto ambedue i motori per allontanarmi e per caricare proseguendo verso Capo Rodoni. « 19 agosto - ore 3 : immergo per riposo e per iniziare l’agguato all’alba. « Ore 5,30 : emergo e con ambedue i motori dirigo su Brindisi. « Ore 13: a circa 20 miglia scorgo un incrociatore scortato da un cacciatorpediniere che dirigono verso di me. Non potendo scorgere se sono alleati o nemici mi immergo; ma subito dopo l’immersione, notando aumento di offuscamento al periscopio, sono obbligato di rinunciare a riconoscere le navi e navigo verso Brindisi in profondità fino alle ore 15. Allora emergo e -dirigo per l’entrata. « Alle ore 16,30 mi ormeggio alla stazione sommergibili. Il capitano di corvetta comandante Vincenzo De Feo ».