271 avuto avarie ad entrambi i motori contemporaneamente, avrebbe rinunciato alla missione od avrebbe subito dato notizie sia con radiotelegramma e sia per mezzo di colombo viaggiatore; cosa che non doveva essere stata fatta perchè tutti e sei i colombi che aveva a bordo rientrarono in colombaia portando soltanto i tre messaggi sopra menzionati. Il Pullino giunse dunque alla Galiola fra le ore 24 e le ore 1; ora, questa ultima, probabile dell’incaglio. Il solo errore di rotta proveniente da falso punto stimato a sud di Promontore non bastava a spiegare l’incaglio, perchè lo scoglio della Galiola non presentava pericoli ad oltre 100 metri dalla costa ed aveva un fanale con un caseggiato; per cui sembrava difficile ammettere che, in una rotta normale, non vi fosse stato il tempo di evitare l’investimento accostando con tutta la barra. Bisognava dunque supporre che la notte in quei paraggi fosse oltremodo fosca, dato che bisognava escludere deficienza di attenzione in una missione tanto pericolosa e delicata. Certo al mattino la nebbia non doveva essere forte perchè i colombi erano partiti ed i primi erano giunti senza eccessivo ritardo; così pure se vi fosse stato errore di rotta questo non poteva dipendere dalla girobussola Sperry perchè essa, quando orientata, o non funziona affatto, per avaria, o dà indicazioni molto precise. Venne fatta anche l’ipotesi che il Pullino avesse urtato in una mina e che al far del giorno avesse potuto buttarsi sulla Galiola per salvare l’equipaggio; ma a questa ipotesi tutto si opponeva perchè non si sarebbe, in tal caso, spiegata la facilità con la quale gli austriaci avrebbero potuto ricuperare il sommergibile, se era vero quanto essi asserivano nel loro comunicato del 3 agosto (più tardi questo comunicato si rivelò completamento falso). Anche il fatto che l’equipaggio era tutto prigioniero senza alcun ferito escludeva in modo assoluto la ipotesi dell’urto contro una mina. L’ipotesi più probabile che si faceva era quella che il Pullino fosse incagliato tra le ore 24 e l’I e che avesse tentato il disincaglio fino al mattino, ostacolato in questo dalla marea decrescente, la quale, sebbene non importasse notevole dislivello, aveva potuto avere la sua importanza. Soltanto all’alba dovevano essersi accorti della presenza di un battello ed il comandante forse aveva deciso in quell’ora di abbandonare la nave con tutto l’equipaggio. Riusciva in