— 77 — Passati i primi momenti di espansione parolaia fra i miei compagni e i.... briganti, questi ci condussero nell’interno del bosco, invitandoci a seder con loro su una distesa d’ erba arsa dal sole, all’ ombra d’ un albero che ergevasi su una tenue altura. L’interrogatorio, o, per meglio dire, la conferenza si prolungò per quasi dieci minuti, che a me parvero ben lunghi, tanto più che io non capivo un’acca di quel parlare in albanese, si da essere obbligato, e con evidente curiosità, a domandarne la traduzione in romeno ai camerati.... Gli sconosciuti, albanesi-cristiani, raccontarono di essere incaricati dagli abitanti di Lunca di acciuffare il brigante musulmano Fezu-Fetà e i quindici suoi seguaci ; che, di conseguenza, si attendevano da un momento all’altro uno scontro, per cui la vita loro non contava più nulla, essendo ormai decisi a morire! Aggiunsero di averci scorti da lontano con un cannocchiale e di aver preso Lambi e noi per briganti, poi che il primo indossava il costume albanese; in più dichiararono, con sereno candore, di averci seguiti con gli occhi fino all’ ingresso della foresta, là dove la costa del monte discende, presso l’altro viottolo, e che, quindi, se la sorte contraria ci avesse guidati da quella parte, essi erano già risoluti a scaricarci i fucili alle spalle, naturalmente per... ammazzarci!...; che la buona ventura ci aveva diretti incontro ad essi, ed ora non dovevamo più avere alcuna paura, essendo convinti, essi, di aver trovato in noi de’ protettori, dei fratelli, piuttosto che dei nemici, i Vlachi dovendosi considerare quali fratelli degli albanesi (la parola albanese via significa appunto fratello, e con tal nome sempre chiamatisi dagli albanesi i romeni). Oh! come sentii pungermi, allora, l’animo dal dubbio di una pur dubbia « potenza », in me! allora che propiro a 2000 metri di altezza, sulle montagne inospitali di Ohrida, mi era dato d’incontrarmi con dei... fratelli !