- 236 — A occidente di Durazzo, al largo in mare, viene indicato il punto dove Cesare si battè con Pompeo. Durazzo era all’epoca romana un porto di notevole importanza, diramandosi di là — come da Apollonia — per l’interno molte vie commerciali e militari, di cui alcune, come la Egnatia con le sue branchie, collegavano l’Adriatico al Danubio. Cosi che, mentre navi romane giravano la penisola balcanica, penetrando fino alle bocche del Danubio, ed altre ancora s’insinuavano pel grande fiume verso il centro dell’Europa, le strade di comunicazione ponevano in contatto l’Italia con l’Ar-cipelago e la Tessaglia da una parte, con la vetusta Dacia e i paesi danubiani dall’altra. Siffattamente operavano i Romani, dotati quali erano, a meraviglia, d’uno spirito duttile e pratico di conquista nel commercio mondiale. Avvedutisi delle gravi difficoltà in domare le popolazioni aspre delle regioni montuose, neU’Illiria specialmente, e non potendo trar profitto dal dominio su terreni rocciosi pressoché sterili, essi occuparono le valli fertili, riunendole fra loro mediante una rete di vie commerciali, munite di fortezze e protette da legioni di truppa, nonché razionalmente colonizzate; e attraverso quelle strade pel traffico e quelle vallate feraci dobbiamo andar rintracciando i Romeni odierni, o per lo meno le orme da loro lasciate nel rifugiarsi in montagna di fronte alle invasioni barbariche. I Romani dovrebbero dunque essere di esempio a noi Romeni e agli Italiani, poi che ancora al giorno d’oggi l’Italia e la Romania si potrebbero riavvicinare per mare e per terra sulla scorta di quel sistema. Gl’Italiani, certo, finiranno col dar incremento alle loro arterie commerciali; le loro navi mercantili che ora penetrano solo fino a Galatzi, troveranno il modo d’incamminarsi sul Danubio sempre più nel cuore d’Europa; e noi potremmo, pur dopo tante centinaia d’anni d’inerzia, usufruire dell’elemento latino