— 150 — soltanto di affrontarti per via e di prenderti senza fatica il frutto delle tue fatiche.... » E mostrandomi il dito mignolo soggiungevano « Toh ! il turco non lo mettiamo nemmeno su questa punta della mano..., e tuttavia non sappiamo fare come lui fa, perchè lui domina il paese, è «Domnu», e noi siamo i suoi schiavi.... Rovinati dalla miseria ci troviamo, altrimenti non tollereremmo il « Bactaro U) ».... Soffriamo, perchè ignari dei mezzi con cui districarci dal labirinto e di una méta qualsiasi dove emigrare...: « him chiruti noi Domnule; hiin oarfanì noi n’avem tatà! Sa sjtim noi ca bàneazà tata-1 nostru si-atunci sa ne vide^i. » E nel pronunciare simili parole, che non mi suonavano punto nuove, avendole udite in altre circostanze, da Cocones,. a Lunca, l’espressione del volto del farsaliota, i suoi gesti energici mi mostravano all’evidenza ciò che ribolliva nelle sue vene. « Ma perchè non ci prendete con voi in Italia e non ci salvate così dall’infamia di queste regioni e non ci togliete dalle unghie del turco che ci ha ridotti « a vanga di legno »? Perchè non dite alla Romania di venire qui per strapparci a questi cani di « Bactari », alle loro malvagie arti, dal momento che noi da soli ad altro non siam buoni che al mestiere dei carovanieri, soltanto questo mestiere avendoci appreso da ragazzetti? Nell’Asia minore, a Isticum, nove dei nostri farsalioti di Moscopole da circa dieci anni fanno la vita dei carovanieri, e più non ne sono tornati! Mandano lettere e danaro alle loro mogli, e si ricordano sempre di noi ; ma, da quanto abbiamo sentito, si limitano a star in quei paraggi, senza mai spingersi per esempio, in Romania, poi che là, dicono, non v’è lavoro per i carovanieri. Ma, dite, signore, in che parte della terra si trova la Romania? È molto lontana di qui? E quanto è (1) Bactaro, cioè musulmano, per derisione.