— XXII — scopo di rendere l’elemento latino balcanico conscio delle proprie forze e capace di una « collettiva, nazionale » gratitudine verso i propri redentori, facendo dei prodotti italiani e romeni, specie agricoli, la merce preferita. Riflettete: non si deve forse all’elemento italiano del-VArgentina la vittoria dei mercati italiani, laggiù, su gran parte dei titoli della esportazione straniera in concorrenza spietata ? E basterebbe, nel caso nostro, sapere il numpro, l'efficienza dei commercianti romeni sparsi nell’interno della Turchia, per le coste dell’ Adriatico, del Ionio, nei porti dell’ Asia Minore, dell’ Egitto..., per comprendere che questi sarebbero degli ottimi, fedeli agenti commerciali italo-romeni; basterebbe gettar uno sguardo su una carta geografica per capire a colpo d’occhio, come, dal tenore della sua distribuzione in Albania, in Macedonia, nella Serbia, nella Bulgaria, l’elemento latino potrebbe con eccellenza di mezzi servire di ponte fra V Adriatico e il Danubio, di simpatico anello di congiunzione fra V Italia e la Romania. Ma Vargomento è troppo seducente, e ci porterebbe lontani assai dalla portata d’ una modesta Prefazione; torniamo ai « Romeni di Albania >. Ciò che mi sta a cuore si è di convincere i Lettori del-V assoluta sincerità con cui furono da me fatte le ricerche, oggetto di questo umile libro! Potrà taluno incolparmi di lungaggini descrittive, tal altro di eccessiva insistenza nel battere sul tasto delicato, ma pur tanto bello, della coscienza nazionale dei Romeni d’Albania; nessuno, ne ho fede, potrà darmi la taccia di menzognero.