ossia di quattro pareti mal connesse e d’un pavimento di terriccio. Per compenso, nell’attesa del nostro istitutore, ricevetti la visita del «mudir», un vecchio dall’aspetto dignitosissimo e simpatico oltremodo. Esso venne a sfogarsi con me dello stato del Comune, che disse mancar di tutto: di farina, di carne, di caffè, di tabacco! Le famiglie erano costrette ad approvvigionarsi in anticipo di settimana, di mesi, dello stretto necessario, chè all’ «han» nulla eravi, mai.... Il brav’uomo, a smentire il brutto quadro, m’offerse una sigaretta; e per me questa costituì il lauto, unico premio della diffìcile escursione compiuta. Sopraggiunse'il maestro Balamace, e l’impressione avutane fu ottima, talché pensai se l’energia e l’intelligenza del-l’istitutore nostro dovessero corrispondere al fascino della sua persona, sicuramente egli doveva essere un saggio educatore, un saggio propagandista. In casa di Balamace ebbi campo di avvicinare parecchi romeni del luogo (1), notabili della comunità di Frai-seri. Ma se fino allora mi era stato facile di trarre, dal visto e dall’ udito, la conclusione, più o meno esatta, che la nostra propaganda in quei paraggi doveva considerarsi stazionaria se non arretrata, mi riuscì impossibile, dai colloqui di Fra^eri, apprendere alcunché di nuovo circa il passato dei romeni e l’origine del Comune stesso dei farseroti. Forse, indugiando qualche tempo nel villaggio, avrei potuto scovare delle notizie interessanti per i miei studi, dal momento che più d’una volta il puro caso m’ aveva aiutato alla ricerca di preziosi dati di fatto e di utili apprezzamenti storici. (1) Nome e cognome dei romeni di Fraseri: Vasu Beci; Anastas Capo-ran; Lucan Gabeta; Tache Bonio ( pron. Bogno); Spira Toma. Nome di donne: Alexandra; Despina; Marina; Elena; Zoita; Tulina; Costanta; Caterina; Lita (Licea). Il nome Ana non esiste. Le romene di Fraseri portano in testa la ciceroana, di cui abbiamo detto altrove.