— 164 — romeni chiamano «lai», cioè nero, e i musulmani, traducendo: « lac-izi ». nome che ha origine da questa curiosa leggenda: « Mentre alcuni farsalioti di Musacheia trovavansi con i loro greggi sul margine del lago, un montone nero usci dalle acque e fece l’amore con le pecore, che, tornate in Musacheia, partorirono degli agnellini neri. Allorquando i pastori fecero con i docili quadrupedi ritorno, in primavera, a Grabova, e le pecore pascolavano nuovamente in riva al lago, il montone riappari, chiamò a sè tutti gli agnellini neri, e con essi disparve, nel fondo.... » Un taglialegna, oggidì, placidamente lavora, sui margini del lago! La leggenda c’insegna che anche sulle montagne di Grabova andavano per il pascolo i Farsalioti, un giorno; a conferma di ciò, mi narrarono, nel viaggio, che tuttodì si riscontrano là segni ed orme delle calive farsaliotesche. A “ Chiatra tal lata. ” Pervenuti, finalmente, dopo una giornata precisa di cammino da Moscopole, alla « chiatra tàliata », dove i carovanieri farsalioti sogliono trascorrere la notte, siamo discesi dai muli, e toltine gl’imbastì e i fardelli, e messe le catene alle zampe degli animali, abbiamo lasciati questi liberi di pascolare.... I carovanieri si sono poi divisi in due comitive, distanti l’una dall’altra circa trenta passi, e hanno cominciato a mangiare, ciascuno per proprio conto, le provvigioni recate da Moscopole; quindi, accesi dei grandi fuochi, e somministrata una porzione di biada ai muli, che avevano radunati, per nome e con strani sibili, si coricarono sull’erba verde.... Tal quale io feci.... Sgranato un pollo fritto, e un pane casereccio regalatomi dal prete Cosma, distesi una coperta a terra sotto a un albero, e mi vi sdraiai lungo... comodamente; un’ altra coperta mi servì