- 314 - Che cosa possiamo dedurre da quanto si è detto? Che mediante una propaganda intelligente e razionale, sarebbe a noi facile di sviluppare, rafforzare gli elementi romeni di Albania, sfruttando per di più la mobilità, lo spirito nomade dei Farse-roti, che agevolmente potremmo slanciare là dove il bisogno è meglio sentito. Cosi, ci sarebbe facile di rinvigorire la vena latina che si diparte dall’Adriatico per spingersi fino a Monastir, e di qua fino al Danubio. Malauguratamente, nessuno mai sinora si è presa la pena di studiarne con amore il problema, di scavarne un sistema qualsiasi di lotta a raggiungimento della nobile méta. Alcuni pure parteggiano per un’ intesa con l’Italia, ma non uno àvvi che rifletta ai preziosi elementi latini nei Balcani, e, nella specie, a quelli dell’Albania. Fino a quando l’opinione pubblica italiana non sia illuminata convenientemente sui Romeni balcanici, fino a quando non venga in Italia edificata su questi nuclei genuini e sulla loro importanza avvenire un’ idea salda, efficace, e non si veda là, patente, una ragione d’interesse, di tornaconto egoistico, inutile a mio giudizio è lo sperare, a casa nostra, di un’ entente fra la Romania e l’Italia. Qualunque cosa noi tenteremo in Albania per ringagliardire l’elemento latino dall’Adriatico verso Coritza sarà benevisa dagl’ italiani; ma solo quando costoro saranno convinti del proprio interesse, immediato e tangibile, commerciale e politico, verranno e potranno aiutarci in modo pratico. Se i Romeni balcanici possano servire di ponte fra l’Adriatico e il Danubio, di anello simpatico, di liaison fu l’Italia e la Romania, al certo sono i Romeni di Albania che, primi, aiutare potrebbero la politica italiana da quella banda. Molti romeni del litorale adriatico parlano abbastanza bene la lingua italiana, e particolarmente i Moscopoleni, come anche