- 42 - a tutti i Farsalioti dei Balcani, sicché dovettero iniziare subito, e per la seconda volta, 1’ emigrazione dai luoghi natali. Ai giorni nostri, cosi, ne troviamo molti stabilitisi a Co-ritza, e molti ancora, specie fra i giovani, che hanno preso la via della fuga in America, nella speranza di rinvenirvi un’esistenza migliore che non nelle regioni selvaggio, barbare, della Turchia.... Centosessanta giovanotti di Pleasa hanno domicilio attualmente in America, e cioè, precisamente: trentadue a New Jork; quindici a S. Francisco; quaranta a Groosvinor; venti a S. Louis; e gli altri sparpagliati qua e là. Da informazioni attinte presso i genitori di questi emigrati, appresi che la maggioranza vive all’estero discretamente, guadagnando alcuni, come ad esempio tal Hristu Ghtye, fino a quattordici napoleoni al mese. Alcuni poi ebbero financo il pensiero di andar a studiare nel Ginnasio romeno di Berat, che, però, malauguratamente, per ragioni di economia, oggidì non esiste più! Il prete Nastase, di Pleasa, ha tre figli a S. Francisco. È qui da notare come i Romeni emigrati in America finiscono per trovare da occuparsi più sollecitamente che non gli Albanesi ad essi compagni di egual ventura nei medesimi centri d'immigrazione: e ciò, evidentemente, perchè i giovani romeni sono di loro più svelti e più intelligenti, e quindi hanno più facili aderenze nella lontana terra del Nord. Tanto vero che gli emigrati romeni riescono a inviare dei danari, frutto di ben sudate economie, alle rispettive famiglie. Ma ciò che maggiormente mi ha stupito, si è che il sentimento di patriottismo in costoro, invece di affievolirsi e di dar lor modo di obliare la misera terra natia, sembra piuttosto ringagliardirsi e divenir più profondo là dove parrebbe che l’ambiente affatto diverso e le condizioni economiche migliorate e la straordinaria lontananza dovessero ridurlo quasi a un sogno,