- 284 - Manco a dirlo, anch’io piovevo acqua d'ogni lato, e l’acqua rn'era penetrata fin nelle midolla, salvandomi appena il petto, caldo ancora sotto il « giustacuore » di pelle d’agnello e di lana, che la Mamma, alla partenza dalla Romania, m’aveva donato.... Dopo alcuni istanti di lentissimo procedere, giungemmo a riva del Voiussa; ma inutilmente gridammo ai conducenti la barca di venir a prenderci dall’altra riva.... Quelli, essendo il fiume gonfio e in pieno bollore nell’impulso formidabile del vento, ci fecero attendere per ben due ore, dopo di che... più non riuscimmo a trovare un guado possibile! Ci volle un’altra ora per scavare con le zappe un approdo, nel tempo che il freddo aquilone di quei primi giorni di novembre ci gelava l'umidità sulla carne nelle ossa. Allorché la barca carica di tutti noi — due uomini e due cavalli in più dell’ordinario — si avviò attraverso la corrente, questa, malgrado la forza dei rematori, parve trascinarci ne’ suoi gorghi, tanto che io prevedeva già una catastrofe e m’accingevo a gettarmi a nuoto, ahimè !... E l’ansia del momento si accresceva per le vociferazioni dei malcapitati viaggiatori, nonché per gli urli degli spettatori d’oltre riva, i quali cercavano di afferrare il capo della fune loro gettata dall’imbarcazione in pericolo.... Acciuffatolo miracolosamente, quelli poterono, senza il più piccolo urto, trarci a salvamento. Certo, occorse una grande perizia nei conducenti dello strano convoglio, poi che una minima inavvertenza sarebbe stata sufficiente a mandare persone e bestie nel fondo di quel rabido torrente, che altre volte aveva inghiottito intere famiglie farse-rotesche — come raccontammo più sopra. Pervenuti dunque alla sponda opposta, ci dirigemmo, al trotto, verso Vallona, lungo una strada di fango, che da Scrofe-tina in poi era tutto con la laguna marina, sì da non potervisi distinguere terra! come se non bastasse, l’albanese, che ci ser-