— 169 - Da Vodizza a Berat. Riflessioni sulla nostra propaganda. L’indomani, prima ancora che albeggiasse, ci siamo incamminati alla volta di Berat, e, dopo tre ore di viaggio nell’oscurità, siam giunti a destinazione, in sull’aurora. Scesi noi alla locanda di Basai, tenuta da un romeno e da me praticata già l’anno precedente, i Farsalioti se ne andarono al loro albergo abituale, per sparpagliarsi poi nei meandri del « bazar », vendendovi le mercanzie e caricando, in corrispettivo dell’olio. Essi dovevano tornare nello stesso giorno a Moscopole e a Coritza, a portarvi l’olio, con la prospettiva, sempre, di... dover baciare cammin facendo Dalip o alcuno de’ suoi simili, fedeli messaggeri di amarezze ai poveri farsalioti! Che ineffabile ricordo io serbo di questi miei compagni del lungo viaggio da Moscopole a Berat! Da quanto ho cercato di narrare, il percorso suddetto è dei più difficili e pericolosi, non essendo possibile di superarlo che a dorso di mulo in due giorni e mezzo, in varie tappe da riprendersi con lo spuntar dell’alba. Volendo partire da Monastir per Berat, bisognerebbe impiegare un’intera giornata fino a Coriza, e mezza giornata di qui a Moscopole; complessivamente, quattro giorni fino a Berat, ammettendo eziandio che il tempo non obblighi a diverse interruzioni e che il viandante si senta abbastanza forte, come me, modestia a parte, ad affrontare tutta una serie di prevedibili e imprevedibili evenienze. Ora, dato che noi ci decidessimo a cominciar a far qualcosa in Albania, e... ammesso che la direzione dell’impulso provenisse da Monastir, la persona incaricata di veder i romeni di Musa-cheia sarebbe costretta a metter sei giorni per giungere alla spiaggia dell’Adriatico dove i Romeni sono più compatti ; in con-