- 354 - Io stesso — vedete —, dimentico della primitiva rozzezza di queste popolazioni, era venuto dalla Romania armato di... orologio e catena d’ oro, ma, una volta messo piede in suolo albanese, dovetti coraggiosamente nascondere e 1’ uno e l'altra, e rassegnarmi altresì a indossar panni quasi lerci, per rassomigliare il meglio possibile agl’indigeni... miei compatriotti!... Ora che ho potuto toccar con mano i progressi della civiltà romena m’accorgo, ahimè!, che quel popolo si avvicina al nostro come il cielo alla terra...! » Presi più tardi con l’albanese il caffè nel suo «han», e, sorseggiando la usata bevanda turca, osservai minutamente i romeni che a gruppi passavano là dinanzi per recarsi al mercato. Tre farserote, sentendomi parlar in romeno, si arrestarono, stupite, attaccando discorso con me, suonando a maraviglia la lingua, non appena udito eh’ io era romeno di Romania, narrandomi con calore le peripezie della loro squallida esistenza, e — manco a dirlo! — rammaricandosi del contegno degli albanesi a loro riguardo, sian dessi musulmani o cristiani. È inutile che vi aggiunga come l’amico albanese fosse tutt’altro che soddisfatto di simili querele.... Egli cercò di acquetar le donne con ogni mezzo, trattandole financo di bugiarde, * ma le farserote non si diedero per vinte, rincarando anzi la dose, a dispetto dell’interlocutore.... « Voi, albanesi, gridarono, ci rendete la vita amara, non concedendoci mai un minuto di pace, non lasciandoci indosso, può dirsi, nemmen la camicia! Che il fratello nostro ascolti bene le nostre doglianze, dacché a nessun altro noi possiamo dire la verità, a nessuno..., per tutti essendo qui, noi, gente straniera, odiata.... » E più le povere donne si affannavano a coprir d’infamia le persecuzioni albanesi, e più l’amico si faceva pallido in volto, e tetro, rodendosi entro di sè per intima collera.... 0 che l’albanese credeva forse esser quella la prima volta che io sentivo la pietosa voce di dolore de’miei connazionali,