— 179 — Hogeani, un villaggio — se pure meriti tal nome — situato a poca distanza dall'omonimo musulmano, che consta di cinque casette in muratura, abitate da Uianiti i quali lavorano le terre de’ bey di Capinova proprietari altresì delle abitazioni. Al mio ingresso non trovai che donne ; i mariti, i figli, i fratelli, erano tutti al lavoro. Entrato nel cortile d’una delle casette, che conoscevo dall’ anno prima, mi si fece incontro una femmina spaventata per l’inattesa visita dello sconosciuto; si vedeva bene che la poverina... non nutriva troppa fiducia delle nostre faccie stranie! Mi affrettai a presentare le mie scuse; credevo che là dimorasse la famiglia amica del passato; ma questa, avvertì la donna, era emigrata in un Comune al Sud di Berat. E la nuova padrona di casa, sentendomi parlare romeno, prese un’aria di grande stupore, e quando le ebbi a dire che ero proprio romeno s’irradiò nel volto di gioia, più non sapendo che fare per riceverci degnamente, affabilmente. In un batter d’occhio il caffè fu pronto, e lo bevevamo all’ombra d’un albero, al... fuoco di fila delle domande rivoltemi dalla uianita e delle sue professioni di fede romena, fede comune a tutti gli uianiti del villaggio. Il sergente dei gendarmi, che ascoltava impassibile — e abituato ormai a simili strappi etnico-politici ! —, preso da un ticchio burlesco, fece a un tratto la voce grossa dell’ imperio, il broncio minaccioso dell’autorità, rivolgendosi aspramente alla donna : « Chiarata (1) di Ciobanca, non sai tu chi son io per avere il coraggio di proclamarti, davanti a me, romena?... » La uianita, rossa dall’ ira, lanciò un aguzzo sguardo di sfida all’Iusbas musulmano, e, contro ogni mia aspettativa, prese ad apostrofarlo con violenza di alterigia: (1) Bestemmia turca.