49. — L’INFANTICIDA (1) Di domenica Andò il Signore per questo mondo, Andò, andò a provare A provare gli uomini peccatori F. s’imbattè in una giovane fanciulla Che portava iui secchio d’acqua : — Fanciulla, fanciulla, dammi di quest’acqua Per lavare le mani e i santi piedi. — Ospite, l’acqua è intorbidata Vi son penetrate foglie d’albero. — Quest’acqua è pulitissima invece Ma tu fanciulla sei la più orribile peccatrice, Sette figli hai partorito In quest’acqua l’ha annegati. — Ospite, ospite, qual profeta sei tu Che hai visto dentro il mio fianco destro? — Non sono io nessun profeta Sono solo il Signore del cielo! Come vide che era il Signore Cadde come una croce ai suoi piedi. — Fanciulla, fanciulla, non temere, Va alla chiesa, confessati! (1) Questo canto, pare d’origine catalana, è conosciuto in tutta l’Eu-ropa, specialmente nella parte nord-occidentale, ma con molte modificazioni e varianti. Delle radicali variazioni che il canto ha subito anche in territori vicinissimi, può dare un’ideo la lettura dell'infanticida lituana tradotta nell'opera già ritata dei Morici, p. 152. * 102 *