- 237 - sopravvissuto quale mezzo di comunicazione fra l’Adriatico e il Danubio, vai quanto dire fra l’Italia e la Romania. La razza latina si estende tutt’ora dalla costa adriaca al Danubio, con varie lacune frammezzo, senza dubbio, ma facilmente eliminabili. Io ho studiata con fede la questione che mi sembra da tutti i punti di vista pratica e degna dell’attenzione di quanti volessero imprimere una direttiva all’elemento romeno della penisola balcanica. I carovanieri romeni da soli collegano l’Albania centrale con la Macedonia, seguendo la via Vallona-Berat-Moscopole-Co-ritza, come a suo tempo vedemmo; e non è molto da che essi congiungevano bensì l’Albania settentrionale dei dintorni di Du-razzo alla Macedonia, ma dal tempo della strada ferrata Salo-nicco-Monastir-Uscub in poi decaddero, lino a sparire compieta-mente in quelle regioni. Se si dovesse ora costruire la linea Severin o Calafat verso l’Adriatico, attraverso la Serbia o la Bulgaria, come da molto tempo si vocifera, noi e gl’italiani non dovremmo dimenticare eh’essa penetrerà in una vena latina passibile, per virtù nostra, di utilissimo rinvigorimento. Allora veramente potrebbero allacciarsi dei legami fraterni tra i due paesi consanguinei, l’interesse, la simpatia, l’affetto, legando spontaneamente l’Italia alla Romania e queste due nazioni ai Romeni balcanici, i quali sarebbero quindi come l’anello di congiungimento o, meglio, il ponte di passaggio fra l’Adriatico e il Danubio. Allora anche i Romeni balcanici si avvierebbero positiva-mente al loro sviluppo, oggidì contrastato da un’insana lotta intestina fra quei bravi figli d’Italia. L’ideale c’è, ev’è anche il modo di metterlo in pratica, poi chè, concludiamo riassumendo, esistono sul posto gli elementi essenziali a cui poter dare una forma concreta.