- 240 — quenza di parentela con gli Albanesi, che da venti o trenta anni a questa parte si fa sempre più su vasta scala. La scuola greca e... la nostra! La scuola greca, collocata in un bel palazzo, conta una sessantina di allieve e oltre cento ragazzi. La comunità greca o, meglio grecomane, dirige la scuola e la chiesa, ma la direzione generale sta tutta nelle mani di Paul Terca. I fanciulli romeni, vi apprendono il greco; quindi, sono i più giovani fra essi a parlar il greco. Delle donne alcune conoscono questa lingua, ma la maggioranza l’ignora del tutto. La nostra scuola, che aveva appena cominciato a funzionare quattro anni addietro, oggi — ripeto — non esiste più..., e diciamo appena, poi che da certe informazioni saremmo indotti a credere che quella scuola, che pur avrebbe potuto dare dei buoni risultati, non sia in realtà mai esistita per l’incapacità e l’inavvedutezza del maestro addettovi.... E dal fatto doloroso dovremmo cominciar ad imparare a scegliere i nostri uomini, se vorremo vincere l’ellenismo! Maggior intelligenza e maggior tatto nelle persone a cui si affidano importanti, delicate missioni, e più sentito scrupolo nell’opera nostra di elezione... ci vuole!... Senza una pleiade di giovani intelligenti, onesti e animati dal fuoco sacro del patriottismo, senza un’azione vitale e assidua, tenace da parte dei dirigenti romeni, non riusciremo che a ingenerare la « baraonda » frammezzo a quell’ottima gente, e a creare il « caos » nelle idee, negli atti della nostra propaganda !