- 46 - a Pleasa? Un cane solo che il farsaliota Miciu ha portato con sò dalla Grecia, imponendogli appunto il nome di greco.... 0 che, per una bestia di Tessaglia, dovremmo noi aprire una scuola greca nel nostro Comune esclusivamente romeno?! Noi, ab antiquo, siamo romeni e romeni vogliamo morire, come i nostri avi e antenati vollero e fecero. E poi, diamine, come potremmo noi trasformarci in greci dal momento che nessuno, qui, nel Comune, conosce una parola di greco? Voi, in Romania, accusate noi, Romeni di Turchia, di non amare la nostra stirpe, ma al certo ignorate come le cose vadano qui, e male quindi, ci giudicate.... Ecco, noi siamo tutti romeni, e per ciò appunto ci è piombata addosso tanta iattura, cui nemmeno sapremmo come sfuggire! Voi, in Romania, banchettate, poi che Iddio vi concesse il bone; ma noi, qui, noi soltanto sappiamo la nostra vita di stenti! E invano noi alziamo grida al Cielo...; nemmeno ci ascolta! Ma come non vedete voi che i Greci vanno infiltrandosi anche là dove nessuno pur sogna di farsi greco? Or mo’perchè? Perchè i Greci lavorano, brigano dovunque, e la Romania, invece, sta a guardare..., e mette alla fine il sigillo sulla propria inerzia con l’accusar noi di mancato romanesimo! Sa, Lei, per caso, come i Greci sogliono fare per trarre in inganno i nostri uomini? Ecco: pochi mesi or sono, essi hanno comprato Tàlàbacu, sapendolo povero, trascinandolo nel loro partito, e di lui si servono adesso quale docile strumento per la propaganda ellenica; poi, hanno minacciato degli altri, e infine ci hanno spediti gli alitarti per depredarci e ammazzarci, non volendo noi abbandonare la nostra scuola, la nostra chiesa, la nostra lingua! Dunque, che farebbe, Ella, signore, se fosse padre di famiglia, se si trovasse per ciò nella nostra posizione? Per il momento, ancora, non paventiamo che il grecismo riesca a mettere radici nel nostro Comune, poi che possiamo