- 201 - un posto, a terra, s’intende, dove avrei dovuto coricarmi, lungo certe stuoie primitive.... Alexe tornò poi dagli ospiti, a tener loro bordone, con sempre maggior violenza.... Nel frattempo, mi sdraiai in completo arredo d’indumenti, sulle stuoie, che avevo onorate delle mie coperte da viaggio. Una mezz’ ora trascorse fra la veglia e il sonno, quando, con mia ineffabile meraviglia, Alexe venne a coricarsi a me dappresso! •/ Era troppo..., ma capivo che non avrei potuto, senza arrecare grave offesa, piantare in asso la non chiesta compagnia, aggiuntasi all’altra delle sunnominate bestiole dall’inesorabile pungilione.... Al buio, ritiratomi su una gran cassa di legno, circondato d’ogni parte, nell’ambito di quella camera sudicia, da cassoni di granturco, di grano, di pellami, di canepa, di cipolle... — una tanta grazia di Dio, in perfetto disordine! — vegliai, fumando disperatamente sino all’alba..., e imprecando... alla notte! - Pioggia torrenziale di quattro ore. L’alba, dunque, venne, e io presi la via di Vallona, passando il fiume Voiussa un po’ a nord di Mifoli. Alla riva opposta, sostammo alquanto per sfamarci nel han tenuto da due romeni, Mihali e Petre, del Comune farsaliota Mifoli, da me conosciuto l’anno innanzi. Nel han s’era fermato con noi un funzionario turco, per riscuotere la tassa di passaggio in barca sul Voiussa, esso intavolò con me, mediante Mitru, interprete, una vivace conversazione... unilaterale, intercalata da lòdi sperticate per la bravura dei turchi, impavidi di fronte a chicchessia ; e io lo lasciai sbraitare a suo bell’agio, guardandomi bene dal contraddirlo. Ma, a un certo punto del dialogo... a solò, mi scappò detto se la tavola fosse apparecchiata, sicché il turco, rivolgendosi ai due