- 165 - da lenzuolo, di sopra, e cosi equipaggiato, alla militare..., da campo, dormii, fino all’ alba, o per essere più esatti dopo due o tre sveglie notturne. Avevo paura di possibili urti... coi muli, il cui fracasso, per le catene strascicanti sul suolo, turbava la quiete del luogo; in compenso,negl’intervalli... forzati, m’incantai ad ammirare le stelle, nella poesia ineffabile dell’ ora tenebrosa e mi sorpresi a sognare l’alba.... Vicini a me dormivano i gendarmi, che solo due volte dalla partenza da Moscopole avevo avuto agio di esaminare dappresso. Avevo visto uno dei due nel passare accanto a Dalip, con la testa china a terra, in attitudine di perfetta indifferenza, come di chi non voglia nè vedere nè udire, per non essere poi rimproverato — non si sa mai! — dell’incontro affabilissimo col brigante, e dalla sua vergogna — per non dire... paura — a solo guardarlo! I due rappresentanti della forza.., costituita m’avevano bensì pregato di riposare nella loro « caracola » (garitta), presso uno scoglio che pareva inciso da mano esperta, e perciò detto «chiatra tàliatà», o « guri-prer » in albanese; ma io preferii di dormire all’aria aperta, libera, con i buoni farsalioti.... Soffersi il fresco dei primi albori, ma in conclusione non ebbi a pentirmi della scelta. Spuntava appena il giorno, e io era già desto, in piedi, al bagliore dei falò che i compagni di viaggio avevano riaccesi per scaldarsi, e all’eco delle loro grida, dei fischi di richiamo per i muli, come la sera innanzi.... Voi ne sorriderete, scommetto! Eppure, credetemi: nulla di più strano che la vista di quei' gagliardi animali accorrenti alla voce del rispettivo padrone, e nel punto esatto in cui questi attende, con il sacco della biada fra le mani. Certo non dimenticherò la tappa di « Chiatra tàliatà », cosi originale, cosi poetica, quella specie di oasi della durissima vita dei farsalioti carovanieri !