- 331 - Cossina. Il Comune è puramente romeno; conta quarantacinque famiglie di romeni e appena tre di albanesi, ritiratisi nella sua parte settentrionale. Le abitazioni sono in pietra, ma in maggioranza povere d’aspetto. Gli abitanti si occupano in genere di agricoltura, lavorando le terre proprie o altrui, quali quelle di Dervi§-Mustafà, il « becta§ì» cui abbiamo accennato. Alcuni si dedicano ai trasporti, altri — cinque o sei al più — agli scambi commerciali anche oltre il confine. Fra gli albanesi trovai uno che mi parlò in francese: a torto, in sulle prime, l’aveva scambiato per... un matto presuntuoso ! I sentimenti della cittadinanza, sono, ripetiamo, romeni ; replicatamente mi si « domandò » una scuola romena. Sei anni prima, come dicemmo, era colà venuto un’ istitutore romeno, ma per ripartirne prestissimo, lasciando libero adito alla scuola greca, fondata circa dieci anni or sono.... La chiesa, sotto il patronato di S.ta Maria, è situata in amena postura, con alti pioppi all’intorno, alle porte del paese. Il prete Hrista Chita, oriundo di Badeioni, è un elienofilo, ma non sincero, non convinto; incontratosi con me a Premeti, egli deve aver presa una ramanzina co’fiocchi dai superiori per l’ospitalità accordatami, o, meglio, offertami ; ma come avrebbe potuto, il pover’uomo, ripudiarmi, sapendo, in cuor suo, di essere romeno, di voler essere romeno?! L’origine di Cossina, farserotesca bensì nel tipo e nelle vesti, risalisce al massimo a un centinaio d’anni dopo la rovina di Lubsca, di cui discorreremo in seguito; gli abitanti, perciò, risulterebbero emigrati di quel Comune che, fissandosi qui, rilevarono dal demanio dei terreni, oggidì da loro stessi coltivati.