— 289 — da lui rivendicato — sebbene specie puramente romena — sembra maggiormente accostarsi al tipo enotrio, ci occuperemo dei Romeni emigrati ai monti e dalle pianure di Coritza e di Colonia, e dalla lingua di territorio compreso jiel nostro trapezio, senza discutere se siano essi sortiti dalla fusione di colonie romane con genti di ceppo tracico della penisola balcanica, o se si siano incrociati prima e dopo i tempi di Aureliano, con i loro fratelli della Dacia, riuscendo cosi a formare un medesimo tronco tracico-romano. Vorremo bensì stabilire questi punti : 1." — che la regione montuosa dev’essere stata « ab antiquo » uno dei nidi del romanesimo; 2.° — che parte, della razza romena di tale regione emigrò e parte si trasformò in musulmana; 3.° — che la popolazione romena del nostro trapezio proviene dal territorio montuoso; di guisa che la lingua dei romeni d’oggi-giorno del trapezio è e dev’essere la medesima di quella dei romeni abitanti la regione montuosa. Senz’aver la pretesa di risolvere d’ un tratto questi capisaldi, esporremo al lettore alcune osservazioni fondate su nostre ricerche personali, lasciandogli cosi la più ampia libertà di dedurne i postulati che meglio creda, e cercheremo insieme di trarne conclusioni approssimative a quanto sopra affermammo. La tradizione vuole che Moscopoli contasse nel passato circa 20.000 case, e Sipsca, Grabova, Nicea, Lunca, Bitcuchi, da 7 a 12 mila, per ciascuna. Ora, la realtà attuale confermerebbe la tradizione, poi che, pur non prestando fede alla esattezza di dette cifre, dovremmo essere indotti a riconoscere, dai ruderi dei quartieri superstiti in ognuno dei citati centri, ch’essi dovevano nei tempi antichi possedere dai 5 ai 10 mila focolari, in media. Quei centri, dunque, dovevano essere in allora vasti, e quindi non isolati come oggidì, ma frammischiati, come poi vedremo, ad altri centri romeni più piccoli, che, con 1’ elemento 19