— 100 — in cui Sipsca andava distruggendosi; in allora essa contava un dodicimila case. Pur ammettendo che questo numero sia esagerato, bisogna riconoscere che Sipsca fu un giorno abbastanza vasta, a giudicare almeno da’suoi ruderi, per i quali s’indovina benanco com’essa si componeva di tre quartieri: due al di qua e l’altro al di là della sorgente (e forse anche un altro più piccolo, oltre questi tre). Che Sipsca sia più antica di Moscopole si deduce bensì dal fatto che sulle di lei rovine son cresciuti alberi cosi fitti da sembrar foresta, mentre quelli sorti dai ruderi di Moscopoli non sono nè fitti nè vecchi così. D’altra parte, anteriori a Moscopoli sono anche Grabova, composta, dicesi, dalle dieci alle dodicimila case ; Nicea da sei a settemila, e Lunca da sei a ottomila. Ignorasi quando sia stata fondata Sipsca; ma sembra che gli antichi Sipscani provenissero dalla Labaria, dal villaggio Cuci. Gli abitanti, dal costume e dal tipo, si suppongono d’origine farserotesca, poi che allorquando Sipsca andava demolendosi, le famiglie rimastevi, Dimu e Giogu, vestivano alla foggia farserotesca, sebbene non considerate come farserote. Oggidì, i Sipscani vestono all’albanese, come i Graboveni, i Niceani e i Luncani, e per egual ragione. Quindi, laddove prima i Sipscani indossavano il costume farserota con la sarica bianca invece della zipune, attualmente essi vestono all’ albanese; i vecchi però portano tutt’ora la sarica. Il tipo e i nomi dei Sipscani del giorno d’oggi sembrano avvicinarsi a quelli dei Farseroti ; si sa del resto che la lana era molto ricercata pei vestiti, in ilio tempore. Certo, se non tutti, gran parte degli attuali abitanti di Sipsca devono essere di origine farserotesca. Le donne vestono un costume simile a quello delle Mosco-polene, imitando, anche nel resto, le abitudini di costoro. Anticamente, Sipsca dev’essere stata ricca: il quartiere