188 COMMEMORIALI, LIBRO Vili. Maria dalle mani dei ribelli per opera dei veneziani e del conte di Segna ; spera che quel fatto contribuirà a rappacificare il regno, e che la sommissione del re alla Chiesa gli procaccierà la benedizione del cielo ; inculca gratitudine a Venezia. Data come il num. 261. — Segue annotazione che altra simile fu spedita alla regina (v. n. 266). V, Ljubió, up. cit., IV, doc. CCCXLYI. — Mon. Hung. hìst, Ada ext., II, doc. 367. 263. — 1387, Giugno 18. — c. 123 (126) t.° — Il doge di Genova e il suo consiglio, al doge di Venezia. Alcuni di Modone, sudditi veneti, nel Marzo passato comperarono nel porto del Zonchio, sapendone la provenienza, mercanzie che il pirata Guglielmo Raimondo vi aveva recate dopo avere saccheggiata una cocca del genovese Ambrogio de’ Mari, carica di merci genovesi, e dopo aver asportato altre simili merci dal porto della Sapienza. Di più, il castellano di Modone respinse le querele dei danneggiati, concedendo invece al pirata e alle sue tre navi agio di vettovagliarsi. Chiedono risarcimento ai danneggiati e castigo pel castellano e pei suddetti compratori, come rei di violazione del diritto delle genti, e dei trattati. Data a Genova. 264. — 1387, Giugno 18. — c. 124 (127). — Il doge di Genova e il suo consiglio, rispondono a lettere del doge di Venezia, responsive al n. 260. Ordinarono al capitano, al console ed agli ufficiali genovesi naviganti verso Caffa di trattar bene i veneziani ; ma fanno intendere che nella guerra contro i barbari potrebbero succedere inconvenienti a quelli che si recassero nei costoro paesi. Data a Genova. 265. — 1387, Giugno 26. — c. 121 (127) t.° — Il doge di Genova e il suo consiglio, rispondono a lettere del doge di Venezia, dichiarando di non aver dato a Bongiovanni de’ Brisari l’incarico di fare le proposte contenute nel n. 244. Data a Genova. 266. — (1387), Giugno 30. — c. 124 (127) t.° — Maria regina d'Ungheria, al doge. Ringrazia per la parte presa da Venezia alla sua liberazione, e raccomanda Giovanni Barbarigo capitano delle navi mandate a quell’ impresa. Data a Segna. V. Ljubió, op. cit., IV, doc. CCCXLV1I. — Mon. Eung. hist., Ada ext., II, doc. 3C9 267. — (1387), Luglio 25. — c. 125 (128). — Pepolino di Veixenstein (Vilhe-sten) vicecapitano a Trieste, al doge. Chiede sia confermata la concessione fattagli da Leonardo Bembo già podestà a Capodistria, di poter cacciare caprioli, cinghiali ecc. nel territorio di quest’ ultima città (v. n. 268). Data a Trieste. 268. — (1387), ind. X, Agosto 22. — c. 125 (128). — Il doge accorda la licenza chiesta nel n. 267.