DOGE : MICHELE STENO. 331 Allegato A: 1408, ind. I, Giugno 6. — Gli arbitri eletti come nell’allegato B dichiarano : dovere Elena e Balsa Strazimir pacificarsi colla veneta Signoria, rinunziando a tutto ciò che tengono nel territorio di S. Maria di Rotezo e fra i confini segnati dal passo di Suturman a Rotezo e fino ad Antivari, e lungo il mare fino alla Boiana, e per la riva destra di quel fiume e per la occidentale del lago (di Scu-tari) fino di fronte a Suturman, e lungo la riva sinistra della Boiana, cominciando da Lupoglovo, per tutto il lago. Saranno richiamati in vigore i trattati conclusi da Venezia con Giorgio Strazimir. I detti signori non potranno impacciarsi in tutto ciò eh’ è compreso fra i detti confini. Venezia consegnerà agli Strazimir il castello di Budua con tutte le sue dipendenze e diritti, e lascierà loro quanto posseggono dentro i confini di S. Maria di Rotezo verso Pastrovichi, con Budua, Lustiza e le saline e con tutta la Zenta superiore; pagherà inoltre ai medesimi 1500 due. d’oro l’anno sulle rendite di Scutari, rimettendo loro ogni danno ed ingiuria ricevuta. Le parti si restituiranno vicendevolmente i prigionieri. Le consegne di quanto sopra si faranno entro 15 giorni. La signora Elena darà per mallevadori : il despoto Stefano suo zio,- Maria vedova del signor Volto, Teodoro Canora signore di Belgrado, Ivan Castriotto e Mircsa signore di Aulona ; il conte Topia suo suocero poi guarentisce ad ambe le parti 1’ osservanza della presente. Fatto in Durazzo presso la chiesa di S. Lorenzo. — Testimoni: Minore arcivescovo di Durazzo, Cursachi boiaro e Pietro ungherese. — Sottoscritta dal conte Ni-ceta e dall’ Arimondo. Allegato B : 1408, ind. I, Maggio 6. — Versione dallo slavo in dialetto volgare veneto, di patente con cui Elena figlia del fu conte Lazaro signore di Schiavo-nia e vedova di Giorgio Strazimir signore di Zenta, e Balsa figlio di quest’ ultimo, eleggono il conte Topia signore in Albania e Pietro Arimondo bailo e capitano veneto in Durazzo a giudici arbitri per appianare tutte le questioni vertenti fra essi Strazimir e la Signoria veneta, rappresentata da Roberto Morosini e Iacopo da Riva cavaliere, sindici e provveditori in Albania. Data a Berislavichi. V. Ljubió, Monumenta spertantia historiam Slavomm meridionalium, V, doc. CXXIV. 76. — 1407 (sic, 1408), ind. I, Giugno 7. — c. 73. — Elena e Balsa vedova e figlio del fu Giorgio Strazimir (v. n. 75) ed i provveditori e sindici veneti in Albania, pattuiscono: Gli Strazimir restituiranno a Venezia tutti i terreni e le cose che le erano state cedute o consegnate da Giorgio predetto nelle dipendenze di Scutari e di Drivasto ed altrove ; Venezia tenga liberamente Dulcigno e il suo territorio sen-z’ altra condizione, ed Antivari ai patti già stabiliti. I rappresentanti veneti consegneranno agli Strazimir Budua colle sue dipendenze ; Balsa andrà con essi a Venezia, avuto il consiglio del despoto e della signora Mara, a chiedere le grazie che bramerà ; intanto la Saboiana resterà in questione. Le consegne stipulate qui sopra, si faranno il giorno dell’ imbarco di Balsa per Venezia. Gli abitanti dei luoghi così consegnati, saranno ricevuti in grazia dal nuovo signore ; si restituiranno i prigionieri d’ ambe le parti, le quali si rimetteranno scambievolmente ogni offesa. I cittadini e sudditi dell’ una saranno ben accolti e trattati nei territori dell’ altra. Siano