350 COMMEMORIGLI, LIBRO X. erano state date da Ladislao re di Ungheria. Il venditore dichiara averne avuto in compenso 5000 due. d’oro numeratigli dai compratori. Il medesimo arcidiacono poi cede in nome de’ suoi mandanti al comune di Venezia la città ed il territorio di Scardona con tutti i diritti competenti ai medesimi. Pena a chi facesse contro al presente 20,000 ducati d’ oro. Fatto in Zara nel palazzo del conte. — Testimoni: Guido de’Matafari cav. e Tomaso de Petrizo zaratini, Bernardo Malipiero nob. veneziano e Martino da Cremona abitante a Zara. Tratta dagli atti di Giovanni de' Casuli cancelliere del comune di Zara ed autenticata da Giovanni del fu Pietro Bianco da Padova not. imp. e cancelliere di Andrea Querini conte a Zara il 4 Agosto 1444. — Il carattere usato nella trascrizione di quest’ atto nel volume, è minuscolo del risorgimento. V. Ljudió, Monumenta spectantia historiam Slavorum meridionalium, IV, doc. CXXXV1I. — Lìinig, Codex Italiae dipi, IV, 1673. 1411, Aprile 13. — V. Appendice. 124. — 1411, Aprile 21. — c. 105 t.° — Sentenza pronunziata dal doge, assenzienti i consiglieri e capi dei XL infrascritti, in causa vertente fra Chiara Gra-denigo badessa del monastero di S. Lorenzo di Venezia e Francesco Bembo vescovo di Castello, circa la giurisdizione sulla chiesa e sul clero di S. Severo, che decreti papali dichiaravano dipendenti unicamente da esso monastero. In essa sentenza è detto : spettare al vescovo la sola giurisdizione criminale sul clero predetto, ed il far giustizia ai creditori dei singoli membri d’esso clero. Il vescovo e molti attinenti della badessa e delle monache di S. Lorenzo, nonché vari parrocchiani di S. Severo, presenti, approvano il pronunziato dal doge. Consiglieri : Eustachio Cocco, Ermolao Lombardo, Francesco Girardo, Nicolò Delfino, Andrea Zane, Marco del fu Orsato Giustiniani ; capi di XL : Donato Barbarigo, Marco Erizzo ed Andrea Mocenigo. — Fatto nella stanza del doge. V. Fl. Coknelii, Ecclesiae venetae ecc., XI, 158. 125. — 1411, ind. IV, Maggio 2. — c. 56 t.° — Ducale simile al n. 119 per la rata di Marzo (v. n. 129). 126. — 1411, ind. IV, Maggio 2. — c. 100. — Nicolò Vitturi ed Andrea Zane procuratori del doge e del comune di Venezia, e Silvestro del fu ser Andrea ga-staldo di Caneva e distretto, ser Eresino del fu ser Gabriele, Antonio del fu mastro Bartolameo barbiere, Giovanni del fu Bartolameo Masuto e Domenico del fu Pietro-buono procuratori del comune di Caneva (procura in atti di Giovanni Job del fu Mengolino), pattuiscono : Il comune di Caneva sarà quindinnanzi aderente e raccomandato di quello di Venezia e nemico dei suoi nemici, ai quali non darà aiuto o favore di sorta ; non sarà tenuto ad assistere Venezia quando questa, non provocata, movesse guerra alla chiesa di Aquileia. La Signoria veneta potrà a suo talento e a sue spese fortificare e riattare i passi della Livenza nel territorio di Caneva, il