DOGE ! TOMASO MOCENIGO. 371 il Visconti ne curerà l’arruolamento ed il mantenimento, e ne condurrà altri 1000 a proprie spese. Se scorso l'anno il re dei Romani continuasse a minacciare la Lombardia, le dette truppe saranno riconfermate di 4 in 4 mesi fino che durerà la minaccia. Venezia non farà pace col re ad insaputa del duca; facendola, curerà ch'esso vi sia incluso con tutti i suoi domini presenti ; essa vieterà al re il passo in tutti i di lei stati vigente l'alleanza ; potrebbe però darlo per una sol volta, quando il re scendesse pacificamente per farsi coronare. Eguali obblighi avrà il duca verso la sua alleata. Questa non dovrà ingerirsi delle terre già possedute dal padre del duca, e se alcuna ne venisse in potere di lei, la consegnerà ad esso, tranne Verona, Vicenza e le altre sotto l’attuale signoria veneta, nonché Feltre, Belluno e Zumelle colle loro pertinenze: ciò valga anche pei territori dei collegati ed aderenti di Venezia. Se il re invadesse l’Istria, il Trivigiano, il Friuli od i possedimenti veneti in Lombardia, il Visconti manderà in soccorso tutte le forze della lega e ve le terrà fin che duri il bisogno. Se alcun principe movesse guerra a Venezia in Italia, il duca le spedirà in aiuto i 1000 cavali da essa pagati, ed anche gli altri 1000 quando egli non avesse guerra con qualche potente nemico. Il duca non potrà far pace col re senza il concorso di Venezia. Questa non darà asilo a persone complici della morte del duca defunto fratello del presente, e costui non ricetterà nei suoi domini persone della famiglia della Scala. Esso rinunzierà alla sua alleata ogni diritto su Verona, Vicenza ed ogni altra terra posseduta in passato da quella. Le parti si denunzieranno scambievolmente entro un mese i rispettivi aderenti e collegati. Esse ratificheranno la presente nel mese corrente. Pena al contravventore 20,000 due. (v. n. 193 e 196). Fatto nella cancelleria ducale di Venezia. — Testimoni: Ugolino de’Pili da Fano oratore di Pandolfo Malatesta, Marco Dandolo, Tomaso Malipiero, Nicolò Lippomano e Daniele Vitturi. — Atti Pietro del fu Simone Negro notaio imp. e scriv. ducale. V. Verci, op. cit., XIX, Doc., pag. 82. 192. — 1414, ind. VII, Marzo 10. — c. 200 t.°— Domenico del fu Martino de Chadisscghedia ( sic, Szeghedino ? ) in Ungheria dichiara di avere ricevuto dal consigliere ducale Paolo Gornaro, faciente pel comune di Venezia, 200 due. d’oro a saldo di suoi crediti verso Carlo Malatesta capitano generale veneto, per avergli data in mano la rocca di Ceneda (obligazione del 3 Luglio 1412, data in campo presso Ormelle), e per qualunque altro servigio prestato, e ne fa quitanza finale. Fatto nella sala del Maggior Consiglio in Venezia. — Testimoni: Marco del fu Iacopo Buono, Stefano del fu Nicolò de Gara ungherese abitante a Venezia, Stefano del fu Antonio, Diomede di Graziadio degli Aleotti. — Atti Gian Domenico del fu Iacopo Cristoforo dal Ferro not. imp. V. Vekci, op. cit., XIX, Doc., pag. 80. 193. — 1414, Marzo 17. — c. 187. — Filippo Maria duca di Milano al doge. Essendo stipulato nel n. 191 che il pagamento delle milizie da condursi da esso duca per conto di Venezia abbia a cominciare dal di in cui quel principe ne annun-