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COMMEMORIALI, LIBRO X.
Marino ed Antonio Contarmi rappresentanti il doge ed il comune di Venezia, pattuiscono : È stretta alleanza, per 5 anni da oggi, fra il comune steSso e il duca d’Austria. Niuna delle parti permetterà ne’ propri stati fatti o macchinazioni a danno dell’ altra, o darà ricetto a rei o a macchinatori di ribellioni, tradimenti, assassini,
o	darà passo a soldati, uomini, cose che vadano o si portino ad offesa dell’ altra. Ciascun contraente terrà aperte le proprie strade in modo che i soldati ed i mercanti d’ ogni paese, ed i sudditi d’ ambidue possano andare e venire liberamente con merci e cose a vantaggio dell’ alleato, verso il pagamento dei soliti diritti. Ciascuna parte potrà arruolare al proprio servizio soldati nei territori dell’ altra, però senza incomodo di questa ; così pure potrà estrarne grani e vettovaglie, quando ve ne siano disponibili, e senza danno. Se alcuno dei nobili possessori di castella o fortilizi in sui confini dei due stati rompesse le strade, danneggiasse alcuna delle parti,
o	ricettasse malfattori, sarà osservato quanto segue : Se quel tale sarà un aderente
0	raccomandato di Venezia, il duca ne porterà querela al doge, il quale adoprerà ogni potere per correggere il male ; se noi potesse, il duca provvederà da sè senza opposizione per parte di Venezia. Egli potrà punire come meglio crederà i nobili suoi sudditi non raccomandati di Venezia, che operassero come sopra. Se Venezia si ritenesse offesa da questi ultimi, essa procederà verso i medesimi come di sopra è detto del duca rispetto agli aderenti della stessa. — Nomi degli aderenti e raccomandati di Venezia: Siccone del fu Rambaldo di Castelnuovo, Vinciguerra ed Antonio fratelli d’Arco, Antonio e Castrone del fu Biagio di Castelnuovo ed Ivano, ed
1	seguenti Castelbarco : Aldrighetto e Guglielmo del fu Antonio di Lizzana, Ottone del fu cav. Ariano di Albano, Marcabruno ed Antonio del fu cav. Aldrighetto di Gresta, Azzon Fi'ancesco di Dossomaggiore, Marcabruno del fu cav. Iacopo di Be-seno e Guglielmo del fu Tomaso di Valle Lagarina.
    Fatto nei convento di S. Salvatore in Venezia. — Testimoni: Giovanni Buono priore nel detto convento, Odorico del fu Iacopino not. da Arco dottore di medicina, Giovanni Cresso figlio di Crest. di Norimberga, Giov. Retchir del fu Ermanno da Colonia, Ulrico Imhof (in Curia) del fu Udalrico ed Enrico di Enrico Romei ambi di Norimberga, e Rodolfo Stella de Osloch del fu Rodolfo abitante a Venezia. — Atti Bernardo di Giovanni degli Argoiosi not. imp. e scriv. due.
    48.	— 1407, ind. XIV, Giugno 6. — c. 36 t.° — Giovanni Lemeingre detto Boucicaut governatore pel re di Francia in Genova, Pietro da Monte Soro priore, gli anziani Giannotto Squarciafico dottor di leggi, Angelo Cera, Clemente di Promontorio, Benedetto de’Marini, Giorgio Adorno, Aleramo de’Mari, Giovanni di Negrone, Azzo da Bargagli not. e Matteo de’ Grimaldi, creano procuratori del comune di Genova i nobili Domenico Impellale e Battista di Iacopo dottori di leggi, per nominare, secondo il prescritto dalla pace di Torino, Amedeo conte di Savoia a quinto arbitro nella definizione di tutte le questioni vertenti fra il comune suddetto e quello di Venezia, giusta la convenzione riferita al n. 19, avendo il comune di Firenze rinunziato a tale incarico (v. n. 49 e 79).
    Fatto nel palazzo del comune di Genova, nella stanza della terrazza presso la torre, — Testimoni : Giuliano Panizario e Goffredo da Belignano notai e cancellieri