318 C0MMEM0RIALI, LIBRO X. che i mantovani e i bolognesi si restituiscano vicendevolmente quanto sequestrarono gli uni agli altri per le questioni predette. 31. — 1406, ind. XIV, Ottobre 28. — c. 20. — Obizzo da Polenta vicario generale per la S, Sede in Ravenna, il nob. cav. Bonifacio de’ Rizzardi da Pistoia podestà, ed il consiglio generale del comune di Ravenna, creano procuratori del comune stesso i nobili Giovanni del fu Iacopo de’ Balbi, Guarnieri del fu Benedetto della Cella, Giovanni del fu Nerino Rasponi, Nicolò del fu Giovanni Sassuoli, mastro Filippo del fu Filippino dalle Scuole, Antonio del fu Giovanni Zuci, Giovanni del fu Francesco Avesani, Guido del fu mastro Iacopo Aldobrandini, mastro Giovanni del fu Andrea di fra’ Manuccio e mastro Biagio del fu mastro Santo de’ Bon-domani (v. n. 32). Fatto a Ravenna, nel palazzo del podestà. — Testimoni: Buccio da Civitella nell’Abruzzo vicario del podestà, Giuliano di Giovanni de’Monaldini da Faenza, Clemente di Pietro Paolo de’ Rangoni da Modena, Antonio da Milano, Angelerio del fu Antonio da Padova, Antonio del fu Guido de’ Paganelli, Guido del fu Masino de’ Porcellini, mastro Perino del fu Giovanni da Bologna, tutti abitanti a Ravenna. — Atti Giovanni del fu mastro Manfredo da Ravenna not. imp. e cancelliere di quel comune. 32. — 1406, Novembre 12. — c. 20 t.° — Il Rasponi, il della Cella, il Zuci, il dalle Scuole, l’Aldobrandini e il Bondomani nominati procuratori come nel n. 31, conferiscono i propri poteri al Sassuoli e al fra’ Manuccio, specialmente per pattuire colla veneta Signoria quanto sta nel n. 33. Fatto nel palazzo di Obizzo da Polenta in Ravenna. — Testimoni: Paolo del fu Nerino de’Rasponi, Giuliano de’Monaldini, Antonio del fu Giovanni di Palazzo cancelliere del da Polenta. — Atti Bartolameo del fu Giovanni de’ Brezedani da Parma notaio a Ravenna. V. P. D. Pasolini , Documenti riguardanti antiche relazioni fra Venezia e Ravenna, pagina 67. 33. — 1406, ind. XIV, Novembre 20. — c. 21 t.° — In seguito a trattative personali fra il doge ed Obizzo da Polenta vicario per la S. Sede in Ravenna, Lodovico Loredano e Tomaso Mocenigo procuratori di S. Marco, Albano Badoaro, Nicolò Vitturi e Francesco Cornaro, rappresentanti il doge e il comune di Venezia, ed i due procuratori nominati nel n. 32, anche in nome del da Polenta, pattuiscono : Venezia accoglie sotto la sua protezione il detto signore e suoi discendenti in perpetuo con tutti i lor beni, e li difenderà. Essa manderà ogn’ anno uno dei propri nobili a Ravenna qual podestà, pagato dal da Polenta. Se quest’ ultimo morrà senza figli maschi, Venezia avrà il dominio di Ravenna e di tutti i luoghi posseduti dal medesimo, e ne potrà esigere giuramento di fedeltà. La parte che contravvenisse al presente, pagherà all’ altra 20,000 due. d’ oro. Fatto nella sala della quarantia del palazzo ducale di Venezia. — Testimoni: Giovanni Piumaccio cancellier gr. ed i notai ducali Bernardo di Andalò, Alessandro