226 COMMEMORALI, LIBRO Vili. rona, della sabbia di Venezia (sic), della pietra morta di Gustoza, del manganese e di mole tarentine. Ciò per forzare i veneziani a levare il mentovato divieto. 416. — s. d. (1394). — c. 190 (192). — Copia di privilegi già goduti dai veneziani in Trani, la cui osservanza, caduta in oblio, fu richiamata in vigore per gli uffici dell’ ambasciatore veneto Francesco Querini (*) e per ordine dei luogotenenti del gran connestabile del regno di Napoli. È tolta la tassa di esportazione sull’ olio che esigevasi in Trani dopo già riscossa in Molfetta e Bisceglia ; così pure quella sopra V olio di Monopoli, gravato già di dazio da Ottone di Brunswich ; è abolito il diritto, che dovevano pagare i veneziani, di grana 9 per onza, sulle vendite al minuto. Seguono altri articoli sul modo di pagare i dazi e sull’ esenzione del ferro ed acciaio da ogni diritto d’importazione in Trani. (*) Ebbe la commissione il 26 Settembre 1393 ; nel Settembre del 1394 si trovava ancora a Napoli, 417. — 1395, ind. Ili, Aprile 30. — c. 187 (189) t.° — Querele (in dialetto) sporte da un oratore del duca di Cefalonia contro Nicolò Veniero, già patrono di una delle galee di Candia, il quale portò via dal territorio di quel principe alcuni villani e vari animali. Chiede restituzione e compenso. 418. — (1395), Giugno 28. — c. 191 (193). — Bolla piccola di Bonifacio IX papa a Carlo abate di S. Giorgio maggiore e a Giovanni priore di S. Salvatore di Venezia. Ad istanza della Signoria, commette loro di visitare, con due nobili eletti da quella, tutti i conventi, monasteri, priorati ed altri luoghi pii ecclesiastici delle diocesi di Castello, Chioggia e Torcello, trattine quelli dei frati mendicanti, e di correggerli e riformarli in quanto sia necessario alla loro conservazione sì materiale che morale, previo rapporto ad esso pontefice. Data a Roma presso S. Pietro, a. 6 del pont. (IV Kal. Jul.J. V. Fl. Coenelii, Ecclesiae venetae etc., Supplementa, p. 153. 419. — s. d. (1395?). — c. 191 (19?) t.° — Estratto (in dialetto) d’un crisobolo recato (lo qual lasaj da Marco Giustiniani capitano generale e da Pietro Cornare e Marino Memmo provveditori delle galee di Trebisonda. Vi sono determinati i dazi che devono pagare i veneziani sulle merci da essi importate, vendute e comperate in quello stato, e si confermano ai medesimi le antiche franchigie. 420. — s. d. (1395?). — c. 192 (194). — Brano di lettera di Giorgio Strazimir signore di Zenta (Albania) al doge. Si lagna che Prodano Ducagini, sedicente cittadino veneziano, sia entrato a turbare il territorio d’esso scrivente. 421. — 1395 (1396?), ind. IV, Febbraio 23. — o. 192 (194). — I priori delle arti e il gonfaloniere di giustizia di Firenze al doge. Si lagnano per la sentenza pronunziata da quest’ ultimo nella questione di Castrocaro ; sperano che, conosciuti meglio i diritti di Firenze, vorrà riformarla, come può fare, e perciò inviano la ratificazione. Data a Firenze (v. n. 19 del libro IX).