DOGE : MICHELE STENO.' 327 Venezia e dagli Stati veneti, e privato dell’ uffizio di notaio, dovendo stare due anni in carcere ogni volta che rompesse il bando : è pure rimosso da ogni uffizio e benefizio nella diocesi di Venezia. E la presente dovrà essere approvata dal doge. Fatta e publicata nel vescovado di Castello al banco di giustizia. 6!. — 1407, ind. XV, Settembre 27. — c. 50 t.° — Nicolò marchese d’Este figlio del fu Alberto, nomina suoi procuratori Antonio de’ Banci dottor di leggi e Bartolameo della Mela referendario e consigliere marchionale, per rappresentarlo nella causa contro Pietro da Faenza ed in ogni altra lite, per negoziare e concludere accordi col comune di Venezia relativamente ai debiti del marchese verso di esso per mutui, per la custodia del Polesine di Rovigo e per altre cause ecc. ecc. (v. n. 64). Fatta nel palazzo del marchese in Ferrara. — Testimoni: Alberto del fu Giovanni dal Sale cav., Feltrino de’ Boiardi, Galeotto delavogario e Pietro de’ Pretati famigliari del marchese. — Atti Nicolò del fu Andrea de’ Chitterii not. imp. e scriv. marchionale. 62. — 1407, Ottobre 30. — c. 52. — 11 cardinale di Milano (Pietro Filargo) risponde a lettere ducali (del 20). Carlo Malatesta e Iacopo del Verme soffrono a malincuore, come il doge, che il signore di Milano continui ad intitolarsi signore di Verona. Vista 1’ amicizia sincera del Visconti per Venezia, è da ritenere che l’inconveniente deplorato derivi dagli ufficiali della sua cancelleria. Il cardinale e i due predetti signori ne scrissero tosto al Visconti (v. n. 63). Data a Milano. 63. — 1407, Ottobre 30. — c. 52. — Iacopo del Verme risponde a lettere del doge analogamente a quanto è scritto nel n. 62. Data a Milano. 64. — 1407, ind. XV, Ottobre 31. — c. 48. — In seguito ai fatti documentati cogl’ istrumenti N. 2, 3, 4, 7, 9, 10, 12, 14, 15, 75 e 76 del libro IX, risultando essere scorso un quinquennio senza che il marchese d’Este pagasse il saldo del suo debito, e avere Venezia sborsate importanti somme nella difesa del Polesine di Rovigo ed in forza del trattato n. 303 del libro stesso per togliere ai Carraresi e presidiare Camponovo, Venezze e Castelguglielmo : fu calcolato essere il marchese stesso ancor debitore di ducati 38,240 pel prestito mentovato nel detto n. 1 ; di due. 21,974 e gr. 14 per interessi da Aprile 1400 a tutto Febbraio venturo; di ducati 55,954, gr. 20 e picc. 4 per ispese nel Polesine e di due. 10,510, gr. 7, picc. 4 per T acquisto di Camponovo ecc., insieme due. 126,679, gr. 17, picc. 28. Ciò convenuto, i procuratori del marchese nominati nel n. 61 riconoscono il predetto debito, e promettono a Giovanni Mocenigo, Nicolò Vitturi, Marino Caravello e Zaccaria Trevisano cav. e dottore in ambe procuratori del doge e del comune di Venezia, che 1 intiera somma sarà pagata in oro in quest’ ultima città ad ogni richiesta della Signoria veneta, la quale rinunzia ad ogni pretesa di maggiori importi per la cu-*