DOGE : ANTONIO VEN1ER0. 211 di Francesco Querini ambasciatore veneto, regola il pagamento di alcune somme spettanti a Giovanni Cornaro (rappresentato da Iacopo Trevisano) sulle decime di Piskopi e di Morso, sulle quali decime vantava in parte diritti anche la Chiesa di Limisso ; fa restituire un registro di amministrazione di Fantino e Marco Cornaro, registro eh’ era stato prodotto alla r. Corte per regolare il pagamento di certo olio a Filippo del Bene ; acconsente a stabilire una compensazione fra le rendite di Morso spettanti a Giovanni Cornaro e quello che costui doveva ai pensionati (feudatari) di Piskopi; dichiara quest’ ultimo casale esente da decime ed imposte regie ; assente ad indennizzare i veneziani delle gabelle che pagano in Cipro, mediante esborso di 14000 bisanti all’anno alla veneta Signoria (v. n. 71). Fatto in Nicosia. Y. Mas Lathie, Hi st. de l’ile de Cìtypre, li, 434. 37. — (1396), ind. V, Ottobre 12. — c. 19 t.° — Giovanni Loredano sopra-comito in Golfo, al doge. Paolo Nani, che va podestà a Drivasto, gli consegnò gli ordini della Signoria, i quali esso scrivente porterà, come gli è ingiunto, a Durazzo. Data a Pola. 38. — 1396, ind. IV, Ottobre 19. — c. 20. — In seguito a negoziazioni passate fra i commissari della veneta Signoria ed i procuratori nominati nei n. 28 e 29, rimettendosi questi alla discrezione di quella, fu pattuito : La somma dei danni sofferti dai veneziani, ascendente a circa due. 8400, è ridotta a 5763, i quali saran pagati, in cinque rate eguali annue, da Gabriele de’ Melidusi e dal comune di Bari a Venezia o ai rappresentanti veneti in quella città o in Traili ; mancando a un sol pagamento, sarà richiamato in vigore il divieto citato nel n. 28, divieto che viene revocato, salvi sempre i diritti dei danneggiati qui sotto indicati e d’altri, cioè : Antonio nipote del fu Salone da Marano, Enrico da Rodi pugliese ab. a Venezia, Nicolò Vitturi, Luca Micazi da Traù, Maria Zantani, Giovanni Briceta, il conte di Veglia e i suoi sudditi, Antonio Nicoli, Enrichetto del Fiume, Mengo e Giunta Ra-vagnani e compagni, mastro Giovanni di Andrea, Nicolò Foscari, Pietro Goro. Fatto in Venezia, nella cancelleria ducale. — Testimoni: Pietro della Costa, Lorenzo di Bonaldino Bonaldi, Bernardo di Domenico e Michele de’ Cagnoli notai ducali. 39. — (1396), ind. V, Ottobre 25. — c. 21 t.° — I giurati e 1’ università di Messina, al doge. Spedirono un loro commissario per esigere sulle gabelle della terra di Leontini i 1600 ducati che, per ordine del re d’Aragona loro signore, promisero di pagare alla veneta Signoria. Chiedono un po’ di sofferenza, essendosi fatta difficile la condizione finanziaria pei rivolgimenti di guerra. Antonio Bembo, che fu ambasciatore in Sicilia, potrà attestarlo (v. n. 62). Data a Messina. 40. — 1396, Ottobre 27. — c. 26 t.° — Iacopo di Cambio podestà, il consiglio, il capitano e l’ufficio di guerra in Pera, al doge. Riferendosi a precedenti loro COM MEMORIALI, TOMO III. 31