DOGE! MICHELE STENO. 385 che se Venezia avrà il possesso eli Spalato, reintegrerà il Dessa in tutti i suoi beni. Data come il n, 173, 1413, Aprile 4. — V. Appendice. 175. — 1413, Aprile 17. — c. 129 t.° — Sigismondo re dei Romani, d'Ungheria. Dalmazia, Croazia eoe., fa sapere : Ad’istanza e per gli uffici di Branda card, prete di S. Clemente, detto di Piacenza, legato apost., di Bertoldo degli Orsini conte palatino e di Svevia arnbasc., e di Filippo di Giovanni del Bene da Firenze nunzio di papa Giovanni XXTII. fu conclusa da esso re con Tomaso Mocenigo proc. di S. Marco ed Antonio Contarmi, rappresentanti il doge e il comune di Venezia, una tregua per 5 anni dalla data del presente, duranti i quali’: ciascuna delle parti terrà quanto possiede attualmente; si asterrà da qualunque offesa verso l’altra e concederà sicurezza e libertà di transito e di commercio ne’proprii stati a’sudditi dell'altra come in passato. Nella detta tregua sono compresi: Lodovico eletto patriarca di Aqui-leia e quella chiesa, tutta la patria del Friuli, Enrico e Mainardo conti di Gorizia e del Tirolo, Federico conte di Ortenburg, Gian Francesco (Gonzaga) vicario imperiale in Mantova, Bomperto di Waldsee ; e per parte di Venezia : Nicolò marchese di Este, Carlo, Pandolfo e Malatesta fratelli Malatesta, Obizzo da Polenta signore di Ravenna, Tristanno di Savorgnano e suo fratello, Artico e Guido conti di Porcia, Schinella, Basilio, Rolando. Manfredo ed Antonio conti di Collalto, Iacopo di Ca-stelnuovo da Caldonazzo, Vinciguerra ed Antonio fratelli d’ Arco, Antonio e Gastone fratelli di Castelnuovo d’Ivano, ed i seguenti Castelbarco: Aldrighetto e Guglielmo di Lizzana, Ottone di Albano, Marcabruno ed Antonio fratelli di Gresta, Marcabruno di Beseno e Guglielmo di Val Lagarina. Niuna delle parti favorisca chi volesse danneggiar l’altra. Durante la tregua si deferiranno alla mediazione di papa Giovanni XXIII le questioni vertenti fra le parti per fare la pace stabile. L’imperatore avrà libero passo sui domini di Venezia col suo esercito, potrà entrare nelle terre e città con decoroso accompagnamento, senza però far danni soverchi : vi sarà bene accolto ed avrà il bisognevole verso pagamento. Tali passaggi saranno annunziati un mese avanti. Se un aderente ad una delle parti moverà guerra ad uno dell’ altra, la tregua non sarà rotta, ma chi comincia la guerra non potrà aver soccorso dalla propria parte. Se Tristano di Savorgnano romperà la tregua, ne sarà escluso ipso facto, e Venezia procederà contro di lui come fosse un proprio ribelle. Data nel campo imperiale presso Casteletto in Friuli. V. Vehci, op. cit., XIX, Doc., pag. 64. 176. — 1413, ind. VI, Aprile 29. — c. 130 t.° — Ducale che fa sapere essere stato condotto ai servigi di Venezia, in aspettativa, Pandolfo Malatesta signore di Bergamo e Brescia alle seguenti condizioni: terrà 1000 lancie, per 6 mesi dal 1 maggio, a 4 ducati al mese l’una, e potrà usarne nei suoi domini e in Lombardia come gli piacerà, purché non molesti gli aderenti di re Sigismondo (vedi n. 175).