1 u~ COMMEMORIALI, LIBRO VII. 632. — 1372, ind. X, Marzo 7. — c. 154 (149). — Marquardo patriarca di Aquileia, rilascia procura a Raimondo abate di S. Nicolò del Lido e ad Ottobuono da Ceneda decano a Cividale, per esigere la somma menzionata nel n. 653. Fatto nel palazzo patriarcale di Aquileia. — Testimoni : Giorgio decano di Aquileia, Rinaldo da Vicenza gastaldo a Cividale, Rodolfo di Portis, Otacco e Iacopo di Ermanno e Marco notaio, tutti tre da Cividale. —- Atti come al n. 642. 653. — 1372, ind. X, Marzo 16. — c. 154 (149). — Ottobuono da Ceneda (v. n. 652) dichiara di avere ricevuto da Giovanni Natale, Nicolo Orio ed Antonio Veniero ufficiali alle rason, due. 656, gr. 6, den. 3. per la rata di Marzo della cor-risponsione mentovata al n. 505. Fatto in Venezia, nella camera dei detti ufficiali. — Testimoni: diversi già nominati nei documenti analoghi. — Atti come al n. 638. 654. — (1372), Marzo 22. — c. 169 (165) t.° — Tomaso de Pisan fìsico e consigliere del re di Francia, rispondendo a lettere ducali, dice stimar meglio ottenere prima la sospensione del decreto (di rappresaglia contro i veneziani?) che incominciare le trattative per un accordo. Ne parlò al re ed ottenne la sospensione per cinque anni, ed insieme n’ebbe incarico di negoziare l’accomodamento, al che si accingerà tosto (v. n. 470, come pure il libro Vili, 1376, Febbraio 16). Data a Parigi. Poscritta : Le lettere regie di sospensione son fatte ; le manderà quanto prima, non avendole ancora in mano. 655. — 1372, ind. X, Marzo 29. — c. 154 (149) t.° — Privilegio simile al n. 541, per Andrea Bolognini di Bologna abitante a Murano. Segue annotazione che Martino di Guglielmo calafato, ebbe privilegio simile. 656. — 1372, ind. X, Marzo 29. — c. 155 (150). — Privilegio simile al ri. 568, per Antonio del fu Bartolameo dell-Aglio di Verona. 657. — (1372), Aprile 8. — c. 155 (150). — Giovanni da Siena al doge. Chiede rinnovazione di salvocondotto per vino e commestibili che da Rimini fa condurre a Bologna per uso proprio, avendo il cattivo tempo impedito 1’ uso del permesso già avuto ed ora spirato (v. n. 649). Data a Bologna. 653. — (1372), Aprile 12. — c. 155 (150) t.° — Gli ambasciatori del re d’Ungheria e dei comuni di Firenze e di Pisa al doge. Il signore di Padova fece demolire le case, la torre di S. Boldo e gli edifizì circostanti, e rimettere il tutto come prima delle discordie fra esso e Venezia, e come aveva chiesto il doge ; il medesimo signore elesse cinque commissari, deputò un procuratore per la nomiaa di arbitri, ed è dispostissimo alla pace. Chiedono che Venezia riapra le palate delle vie d’acqua e si mostri proclive alla concordia. Data a Padova.