DOGE : ANTONIO VENIERO. 191 chie procuratori del comune di Venezia — ducati 1000 a saldo del promessogli nel detto documento ; e promette che niun suddito del re d’ Aragona avanzerà mai pretesa alcuna contro il comune o i cittadini veneti per compensi di danni patiti, dal cominciar della guerra contro Genova fino all’epoca del mentovato documento; in caso diverso restituirà quanto gli fu dato. Fatto in Venezia, nella camera degli ufficiali predetti. — Testimoni: Giovanni di Nicolò Paccagnella, Francesco del fu Nicolò de Federico, Stefano di Roberto catalano e Pietro dalla Costa. — Atti Giovanni di Bertuccio Piumaccio not. imperiale e scrivano ducale. 281. — 1388, Aprile 1. — c. 129 (132). — Il doge di Genova e il suo consiglio, al doge di Venezia. Annunziano cbe le galee genovesi accennate nel n. 278, salperanno da Genova infallantemente il 15 Maggio (v. n. 282). Data a Genova. 282. — 1388, Aprile 14. — c. 129 (132). — Il doge di Genova e il suo consiglio, al doge di Venezia. L’armata destinata contro gl’ infedeli, composta di 15 galee e di 6 legnetti adatti alle acque delle coste di Barberia, salperà verso la metà di Maggio. In Sicilia (Napoli) si preparano 8 galee, e a Pisa due, per la stessa spedizione (v. n. 281 e 283). Data a Genova. 283. — 1388, Maggio 6. — c. 129 (132) t.° — Il doge di Genova a quello di Venezia. Avendo questi partecipato che le galee venete contro i barbareschi salperanno 1’ 8 Maggio, dice che le genovesi non potran farlo prima dei 20 o 25. Prega sia fatto in modo che le due squadre arrivino press’ a poco contemporaneamente in Sicilia, per poter sorprendere i barbari all’ improvviso (vedi numero 282). Data a Genova. Segue nota che, avendo l’inviato genovese Damiano Cattaneo annunziato non potere l’armata dei suoi scioglier le vele prima della fine del mese, il doge ordinò che la veneta salpasse 1’ 8 o il 10 Giugno. 284. — 1388, Giugno 30. — c. 129 (132) t.° — Francesco juniore da Carrara, al doge. Suo padre Francesco seniore rassegnò al popolo la signoria di Padova, e ne fu investito esso scrivente ; desiderando por fine ad ogni questione e a tutti i rancori con Venezia, chiede salvocondotto per due o tre oratori che intende spedire alla Signoria (v. n. 285). Data a Padova. V. Verci, Storia della Marca trivigìana e veronese, XVII, Doc., pag. 13. 235. — 1388, ind. XI, Giugno 30. — c. 129 (132) t.° — Francesco juniore da Carrara signore di Padova, in risposta a diffida spedita dalla veneta Signoria ad esso e a suo padre, protesta esser dolente che quest’ ultimo abbia meritato lo sdegno di