DOGE : LORENZO GELSI.	11
     41.	— 13G2, ind. I, Gennaio 12 (in. v.). — c. 13 (9) t.° — Annotazione di privilegio simile al n. 30 rilasciato a Paolo del fu Nicolò da Bologna.
    42.	— (1363), Gennaio 18. — c. 16 (12) t.° — Simone Boccanegra doge di Genova al doge di Venezia. Raccomanda la sollecita e favorevole spedizione degli affari d’isabella vedova di Luchino Visconti e del costoro figlio Luchino genero d’esso scrivente (v. n. 35 e 47).
    Data a Genova.
     43.	— 1363, (Febbraio 1). — c. 15 (11). — Rodolfo duca d’ Austria, Stiria, Carintia ecc., conte del Tirolo ecc. al doge. Ringrazia per le condoglianze fattegli in morte di suo cognato Mainardo marchese di Brandemburgo, dal quale ebbe in eredità il contado e la teiTa dell’ Adige (Tirolo), ove fu da tutti riconosciuto. Non potè rispondere agli uffici dell' inviato veneto Minello da Viterbo circa il transito delle merci d’Italia in Germania e viceversa; invita Venezia a mandargli nuovi inviati, a trattare coi quali deputerà persone istruite nella materia.
     Data a Bolzano il giorno di S. Brigida vergine.
    44.	— 1363, Febbraio 2. — c. 15 (11). — Margherita marchesa di Brandemburgo, duchessa di Baviera e Carintia, contessa di Gorizia e del Tirolo ecc. accorda graziosamente sicurtà e libertà di viaggiare e trafficare nei suoi domini ai cittadini di Venezia con loro servitori e cose ; ciò fino a due mesi dopo l’eventuale abrogazione del presente.
     Dato a Bolzano.
     45.	— (1363), ind. I, Febbraio 22. — c. 17 (13). — Il doge risponde alla bolla n. 32, congratulandosi col nuovo papa, ringraziando delia partecipazione, e facendo voti di augurio. Annunzia l'invio di ambasciatori per felicitare il pontefice.
     Data nel palazzo ducale di Venezia.
     46.	— 1363, Febbraio 28. — c. 17 (13) t.° — Stefano juniore conte palatino del Reno, duca di Baviera, ordina che i cittadini di'Venezia e i loro dipendenti e merci sieno sicuri e liberi in tutti i suoi domini, e ciò fino a tre mesi dopo 1 eventuale revoca, riservata ad esso duca (v. n. 49).
    Data a Monaco.
     47.	_ (1363), Maggio 1. — c. 17 (13) t.° — Bernabò e Galeazzo Visconti vicari imperiali a Milano al doge. Udirono ciò che riferì loro Marcolo de Glusiana già da essi inviato a Venezia, circa le pretese d’Isabelle vedova di Luchino Visconti a prò di Luchino novello sui danari depositati in Venezia da quel defunto. L loro impossibile, o quasi, il produrre in Venezia nel termine assegnato le prove e i testimoni contro le dette pretese. Prova sufficiente è certa protesta fatta dalia stessa Isabella (che suo figlio, cioè, non fu generato da suo marito) ; la costei infamia è notoria. Non direbbero il falso per si poca somma. Luchino novello danneggiò col-