62 COMMEMORIALI, LIBRO VII. 356. — 1367, Maggio 24. — c. 83 (80). — Per ordine dei provveditori veneti in Candia, furono consegnati a Giovanni Querini patrono di una nave, per trasportarli a Venezia, i seguenti individui appartenenti a famiglie di ribelli condannati: Elena vedova, Marchesina (d’anni 10) e Giannina (di giorni 40, nata in carcere) figlie, e Andrea (di mesi 19) figlio di Giovanni Galergi; Iacopina vedova ed Andrea (di mesi 20) figlio di Giorgio Galergi ; Alessio (d’anni 6) e Giovanni (d’anni 4) figli di Iacopina predetta e del fu Giovanni di Alessio Calergi suo primo marito ; Margherita vedova, Leone (d’anni 6) e Giovanni (d’anni 5) figli di Alessio Calergi (v. n. 168 e 375). Questa nota era inclusa in lettera dei detti provveditori portante la stessa data. 357. — 1367, ind. V, Giugno 3. — c. 78 (75) t.° — Il doge, coi suoi consigli, crea procuratore del comune di Venezia Amedeo de’ Buonguadagni, con facoltà di stipulare quanto si legge nel seguente. Fatto nel palazzo ducale di Venezia. — Testimoni: Raffaino de’ Garesini can-cellier grande, Bartolameo Orso, Pietro del fu Iacopino detto dei XL, Nicolò Girardi da Chioggia, notai ducali. — Atti Bartolameo da Gallarate notaio imperiale e scrivano ducale. 358. — 1367, ind. V, Giugno 3. — c. 79 (76). — Il procuratore nominato nel n. 347 dichiara di avere ricevuto da Amedeo de’ Buonguadagni (v. n. 357) ducati d’oro 20,000 a titolo di grazioso prestito fatto dal comune di Venezia a quello di Perugia, specialmente per redimere prigionieri perugini. La detta somma, con interessi e spese, sarà restituita entro un anno. Il presente sarà ratificato dal consiglio maggiore di Perugia nel termine di due mesi. In cauzione, sono obligati i beni comunali e dei privati di detta città (v. n. 348 e 365). Fatto in cancelleria del palazzo ducale di Venezia. — Testimoni: Domenico Gaffaro vescovo di Cittanuova, Luca Cornaro, Raffaino de’ Caresini canc. grande, Bernardo da Casalorzio, Marco di Zono, Pietro del fu Iacopino, Bartolameo Orso e Andrea di Oltedo. — Atti come al n. 357. 359. — 1367, Giugno 3. — c. 84 (81). — Gabriele Adorno doge ed il consiglio dei XII anziani di Genova al doge di Venezia. Chiedono la liberazione del genovese Teramo Ultramarino, preso dalle truppe venete in Candia in una spedizione contro i ribelli, e messo in carcere. Affermano esso Teramo innocente, e dichiarano che si trovava in detta isola per aver naufragato con un suo legno presso quelle coste. Data a Genova. 360. — (1367), Giugno 4. — c. 81 (78) t.° — Bolla piccola di Urbano V papa al doge. Partecipando il suo arrivo al castello di Corneto, ringrazia per le galee fornitegli (v. n. 304). Congedò il capitano e gli ambasciatori veneti (v. n. 369). — Non potendo munire la presente della bolla di piombo, vi fu impresso il sigillo piccolo. Data presso il lido di Corneto, a. 5 del pont. (II non. Iun).