174 COMMEMORIALI, LIBRO Vili. Iacopo di Francesco, Andrea di Ugo, Antonio di Santo de’ Santi e Guido di Tomaso, tutti di Firenze, ratificano 1’¡strumento n. 199, il quale è qui riportato per intiero (v. n. 201). Fatto in Firenze. — Testimoni : Iacopo di Lipazzo da Prato e Filippo di Gino-zio de’ Pazzi fiorentini. — Atti Giovanni di Andrea de’ Linari (?) not. imp. 201. — s. d. (1385), Maggio. — c. 100 (103). — I priori delle arti e il gonfaloniere di giustizia del comune di Firenze, attestano la notorietà e legalità del notaio che sottoscrisse l’istrumento n. 200. — Ricevuta a Venezia il 25 Maggio 1385. 202. — 1385, ind. Vili, Giugno 21. — c. 93 (96) t.° — Filippo d’Alencon cardinale patriarca d’Aquileia nomina suo procuratore Lodovico Olivieri di Genova, per esigere l’importo mentovato nel n. 203. Fatto nel palazzo patriarcale di Cividale. — Testimoni : il nob. Domenico Genovese (da Genova ?) signore de Luco, fra’ Giovanni priore dei benedettini di Padova vicario gen. spirituale del patriarca, Egidio da Rouen segretario e Filippo de Viac tesoriere patriarcali. — Atti Odorico di Nicolò detto Mico da Cividale not. imp. 203. — 1385, ind. Vili, Luglio 21. — c. 93 (96) t.° — Il procuratore del patriarca di Aquileia (v. n. 202), dichiara di avere ricevuto da Triadano Gritti, Pietro Grimani e Marino Malipiero ufficiali alle rason vecchie, 1. 32, s. 16. gr. 3, picc. 1 a oro, rata di Luglio dell’ annualità mentovata nel n. 9. Fatto come il n. 160. — Testimoni: Giovanni di Nicolò Paccagnella, Francesco del fu Nicolò Federico e Clemente del fu Francesco de’ Boni. — Atti Pietro del fu Francesco dalla Costa not. imp. 204. — 1385, Luglio 22. — c. 101 (104) t.° — Antonio Adorno doge ed il consiglio degli anziani di Genova, al doge di Venezia. Ringraziano per la comunicazione di lettere del console veneto in Alessandria, che annunziavano la pace conclusa fra il soldano ed i genovesi. Diedero commissione ai comandanti delle lor navi da guerra di ben trattare i veneziani. Data a Genova. 205. — 1385, Agosto 23. — c. 101 (104) t.° — Stefano Tvartko re di Rascia, Bosnia ed Albania, fa sapere : A richiesta di Iacopo da Biva ambasciatore veneto, avendo coll’ aiuto della regina d’ Ungheria riacquistato Cattaro, dichiara potere i mercanti veneziani recarsi sicuramente in quella città con loro merci, e trafficarvi senza pagare diritto alcuno. Ordina che i magistrati della città stessa coadiuvino anche con azioni personali i veneziani nella riscossione dei loro crediti dai cittadini. Cosi questi ultimi siano aiutati dal console veneto contro i lor debitori veneziani, o, in mancanza del console, da un collegio di cittadini veneti. Data nella reai corte di Sotesca. N’ è trascritto un brano a c. 106 (109). V. Ljobió, op. cit., IV, doc. CCCXV. — Mon. Hung. hist., Acta ext., II, n. 329.