DOGE : MICHELE STENO. 295 Fatto nel palazzo del comune di Genova. — Testimoni: Corrado Mazurro ed Antonio di Credenza notai e cancellieri del comune, Costantino Lercari ed Antonio del fu Giannotto Spinola. — Atti Giuliano Panizario notaio imperiale e cancelliere del comune di Genova. 276. — 1404, ind. XII, Marzo 22. — c. 165 (163). — Giovanni Barbarigo e Pietro Emo cavalieri, Carlo Zeno proc. di S. Marco, Albano Badoaro e Ramberto Querini procuratori del doge e del comune di Venezia (procura in atti di Giam-buono de’ Marcaboni scriv. due.), ed i procuratori nominati nel n. 275, pattuiscono : Venezia e Genova si perdonano scambievolmente le mutue offese recatesi in passato. La seconda pagherà alla prima 3300 fiorini pei danni mentovati nel n. 262, più il valore della nave di Taddeo Benedetto secondo la stima del vicebai lo veneto in Nicosia e del capitano di Famagosta, nonché l’ammontare dei danni dati dagli equipaggi delle galee genovesi ai veneziani in Bairut, salvi i diritti dei veneziani stessi verso gli abitanti di Cipro e di Rodi. Venezia restituirà le tre galee genovesi catturate come nel n. 275 e depositate in Modone, o il loro valore. In luogo della guarentigia di 50000 ducati promessa dai procuratori di Genova, questa restituirà tutti i prigionieri veneziani, la galeazza veneta comandata da Vittore Maruffo, la cocca governata da Iacopo Veniero e la nave comandata da Antonio Coppo, presa nelle acque d’Iviza, con quanto contenevano, o il loro valore. Eseguito quanto sopra, Venezia lascierà liberi tutti i genovesi, francesi ecc. fatti prigionieri. Tutti i danni datisi scambievolmente dai sudditi delle parti fino alla publicazione della presente, in Romania, in Egitto, in Siria ecc. saranno integralmente risarciti e i prigionieri liberati. Genova avrà tempo quattro mesi a restituire la cocca veneziana comandata da Nicolò Rosso, presa dai genovesi presso Cadice e condotta a Bruges. Gli obblighi privati contratti per ragion d’affari dai sudditi delle parti, gli uni verso gli altri, siano rispettati ed abbiano il loro effetto. Il governatore di Genova si adopererà perchè sia levato il sequestro posto in Mompellieri, per ordine del duca di Berry, su persone e cose dei veneziani in rappresaglia della cattura dei francesi sulle navi del Boucicaut, e cosi pure per tutto il resto della Francia se ne fosse il caso. I detti francesi rinunzieranno ad ogni pretesa d’indennizzo verso Venezia (v. n. 291). Saranno annullate le cauzioni date da veneziani, presi da genovesi, al podestà di Pera ond’ essere lasciati temporaneamente in libertà ; e cosi quelle date da genovesi, presi da veneziani, al bailo veneto in Costantinopoli. Genova farà ragione, in seguito a prova constatata, ai veneziani ai quali furono tolti dai genovesi cotone in Tripoli e sale in Cipro. Le parti daranno tosto notizia del presente ai rispettivi dipendenti per l’esecuzione (v. n. 282). Si richiama in vigore per intiero il trattato di Torino (8 Agosto 1381) (v. nel libro X alla data 9 Agosto 1408). Fatto nella cappella di S. Nicolò del palazzo ducale di Venezia. — Testimoni: Gabriele Emo cav., Lodovico Delfino, Lorenzo Contarini ed Andrea Giustiniani veneziani, Tomaso del fu Filippo Lercari, Battista del fu Giov. Soverano, Simone di Martino da Carbonara, Lodisio di Sisto Cigala genovesi. — Alti Giov. del fu Doni. Gallo not. imp. genovese (altri esemplari furono autenticati dai notai : Bart. del fu Pietro Saccheri genovese, e Guglielmo Vincenti e Bernardo di Andaló veneziani).