DOGE : ANTONIO VENIKUO. 153. — 1383, Marzo 20. — c. 80 (83) t.° — Francesco da Carrara signore di Padova risponde a lettere del doge, che lo invitavano — a proposito di certa bastita che dicevasi il Carrarese facesse edificare su quel di Musestre — a rispettare i trattati fra Leopoldo d’Austria e Venezia, i quali assicuravano a quest’ ultima il territorio al di qua di Musestre e di Mestre. Si guarderà bene dal recar pregiudizio ai diritti di Venezia. Data a Padova. 154. — 1383, Marzo 30. — c. 81 (84) t.° — Francesco da Carrara signore di Padova risponde a lettere ducali. Proibì ai propri ufficiali e soggetti d’impedire ai sudditi veneti 1’ andare in Povegliano ove tengono beni. Comandò ai medesimi nifi— ziali di desistere da ogni novità a danno degli stessi sudditi in detta villa, volendo che siano trattati come i propri. Data a Padova. 155. — 1383, Marzo 31. — c. 80 (83) t.° — Margherita famigliare del defunto Rizzardo da Camino conte di Ceneda, risponde a lettere ducali. È sempre disposta a favorire Venezia ; chiede restituzione di carte spettanti al detto conte, per poterne eseguire i comandi (v. n. 156 e 460). Data a Portogruaro. 156. — (1383), Aprile 5. — c. 80 (83) t.° — Ducale che, rispondendo al n. 155, accompagna le carte in esso richieste, le quali furono rimesse per la consegna ad Antonio da Candia. 157. — 1383, ind. VI, Aprile 15. — c. 82 (85) t.° — In seguito a querele sporte da Bernardo de Aimar di Barcellona abitante in Algeri, per risarcimento di danni che asseriva recati, al tempo della guerra contro Genova, dall’armata di Carlo Zeno, al proprio agente Bernardo Favas mentre navigava su legni provenzali, Giovanni Vido procuratore della Signoria, promette, in grazia dell’amicizia fra il re d’Aragona e Venezia, di pagare all’Aimar 2000 due. d’oro. Di questi, 500 sono contati all' istante. Il pagamento del resto si farà nel tempo e modo che saranno stabiliti in un accordo generale relativo ai risarcimenti che i sudditi del detto re pretendono dai veneziani, e quando questi potranno navigare e trafficare liberamente nei domini del re medesimo. L- Aimar, per parte sua, rinunzia ad ogni ulteriore pretesa pel detto danno (v. n. 280). Fatto nel palazzo ducale di Venezia. — Testimoni : Nicolò del Camino, Bonifacio da Carpi e Stefano de Monacis notai ducali, e Bernardo Buono. — Atti Guglielmo di Filippo. 158. — (1383), ind. VI, Aprile 23. — c. 81 (84) t.° — Gli anziani del popolo e Pietro Gambacorta capitano di Pisa, al doge. Dopo molto negoziare coll’ inviato veneto Pietro de’ Compostelli, fecero restituire le merci e cose di veneziani sequestrate ad istanza dei pisani Lorenzo Ciampollini e Bartolameo de’ Bracci ; il Com-