DOGE : MICHELE STENO. 347 alle rason nuovissime, Iacopo Erizzo provveditore di comune ed Antonio dalle Boccole auditore delle sentenze, commissari delegati dalla veneta Signoria a definire le questioni fra i comuni di Verona e di Vicenza — uditi i procuratori delle parti, visti gli allegati A e B, visitati i luoghi, uditi i testimoni ed i periti, vista una sentenza del 23 Novembre 1321 colla quale (Bailardino?)Nogarola podestà a Vicenza Ordinava che le acque del Delgà, che scorrevano presso certa torre sui confini e nei territori di Legnago, Montebello e S. Giorgio, dovessero andare all’ Alpone — decretano : l’alveo che comincia presso il borgo di Montebello, costruito circa 30 anni fa, ai tempi dei signori della Scala, pel quale scorre l’acqua del Delgà, sia ampliato a 16 piedi in alto e 9 al fondo, e sia tutto scavato e nettato......(incompleta). Fatta in Verona. Allegato A: 1410, ind. Ili, Settembre 13. — Petizione di Apollonio de’Pavoni notaio procuratore del comune di Verona (atti Edoardo de’ Ruggieri) e di Egidio Morosini ivi podestà ai commissari nominati nell’ atto precedente, colla quale muove querela cóntro i vicentini per avere questi distratto dall’ antico e consueto sbocco nell’alveo del Guà (Guedarum) le acque del Chiampo e certe altre di cui godono 1’ uso per irrigazione e molini nel territorio di Montebello, per averle portate a scaricarsi nel ghebbo del gate, e per ricusare essi di rifare il ponte sulla strada di Vicenza che attraversava le dette acque ; il che tutto è di sommo danno ai veronesi, e specialmente ai comuni di Gambellara veronese, Montecchia, Monteforte, Roncà, Brognoligo, S. Bonifacio, Torre di Confine, Villabella, Arcole, Zerpa e Cavalpon, fino all’Adige, Bonavigo, Marega (Maratica), Tomba, Roverchiara S. Pietro, Anghiari, Villa Bartolamea, Spinimbecco, Villa Leona, Belfiore, Bionde, Porto (Legnago), Terrazzo, Bigosso, Roverchiara di Fonzane, Roverchiara delle Caselle, Legnago, Carpi, Castagnaro ed altri. Allegato B: s. d. (1410, Settembre?). — Lorenzo del fu Mainente de Tliao notaio, procuratore del comune di Vicenza, presenta ai commissari nominati di sopra la risposta alla petizione precedente, sostenendo : Le acque del Chiampo vanno al Guà e non al Delgà, nè i veronesi n’ han danno. Quelle del Delgà vanno al-l’Alpone come sempre, e Vicenza ha diritto di mutarne il corso sul suo territorio, specialmente per ricondurle al loro alveo naturale ed antico. Vicenza non è tenuta a rifare il ponte. È molto più utile che le dette acque vadano all’ Alpone che non al Guà, perchè cosi vengono preservati da innondazione i territori di Montebello, Me-ledo fi Meledinum ), Serego, Lonigo, Bagnolo, Zimella, Cologna, del Fiume nuovo, di Montagnana ecc., mentre i veronesi non ne risentono quando il canale sia ben tenuto. Chiede che il comune di Verona sia obbligato a mantenere scavato e mondo 1’ alveo per cui scorre il Delgà. 115. — 1410, ind. Ili, Novembre 7. — c. 173 (172). — Teodoro marchese di Monferrato capitano a Genova e gli anziani: Emanuele de’Gisolfi priore, Stefano Cattaneo, Battista Ricci, Giovanni de’ Soprani di Pino, Cosma di Struppa, Assano Doria, Raffaele del fu Arangio Giustiniani, Iacopo di Camulio not., Giovanni Colonna di Bisano, Pietro di Nicolò Centurione ed Agostino Maruffo, nominano procuratore del comune di Genova Raffaele de’ Vivaldi, per negoziare e conchiudere