DOGE : LORENZO CELSI. 27 Muro rotto. — Testimoni : Giovannolo e Ambrosiolo di Po (de PadoJ e Giovanni de Sambiono, tutti di Milano. — Atti di Giovanni de Hostiolo del fu Giorgio, Balza-rolo del fu ser Fransio de Botto e Nicolò del fu Francesco Marliano, notai milanesi. 130. — 1364, ind. II, Febbraio 4. — c. 24 (20). — Anglico (de Grimoard) vescovo di Avignone ai fedeli della diocesi di Castello. Il papa prolunga per altri 4 mesi, se tanto durerà la peste, la grazia accennata al n. 78. Data in Avignone. — Publicata nella chiesa di S. Marco il 25 Febbraio. 13!. — (1364), Febbraio 17. — c. 40 (36). — Pietro I re di Cipro, avendo prima offerto il suo intervento a Venezia per domare i ribelli di Candia, scrive ora al dòge che, non essendo ancor preparati per la crociata tutti i suoi collegati, fra i quali nomina il conte di Savoia, basterà che le navi pel passaggio siano pronte pel venturo Agosto, così intanto i candiotti potranno essere sottomessi (v. n. 110). Data a Padova (?). 132. — 1363, ind. II, Febbraio 19 (m. v.). — c. 31 (27) t.° — Annotazione come al n. 107, per mastro Tomaso fisico da Forlì. 133. — (1364), Marzo 1. — c. 33 (29). — Andruino (de la Roche) Cardinal legato in Italia, chiede al doge salvocondotto ed esenzione da dazi ecc. per 100 barili di vino, 4000 staia di grano, carni salate, letti ed altro, che fa trasportare per mare dalla Marca anconitana e dalla Romagna a Bologna (v. n. 148). Data a Bologna. 134. — 1364, ind. II, Marzo 1. — c. 36 (32) t.° — Bernabò Visconti vicario generale a Milano, nomina suo procuratore Marcolo Carello dandogli facoltà di stipulare col comune di Venezia una convenzione relativa all’importazione del sale nel Milanese (v. n. 144). Fatto nel castello di Longhignana. — Testimoni: i milanesi Bianco Luvoni del fu Zolo, Filippino del fu Guglielmo de Casare e Bino detto Galeda del fu Ga-leda dei Pegii. — Atti Giovannolo del fu Paolo Gaiarardi da Milano cancelliere del Visconti. Scritto da Tomaso del fu Boccalino de’ Capitani di Vimercate notaio imperiale. 135. — 1364, ind. II, Marzo 4. — c. 35 (31). — Il doge approva la costituzione seguente, presa dal Capitolo di S. Marco : che nell’ assunzione di cappellani e prebendati in detta chiesa devansi rigorosamente seguire gli statuti e le consuetudini del Capitolo, sotto pena di perpetua privazione del benefizio a quello dei detti ecclesiastici vi facesse o vi tentasse far contro direttamente od indirettamente. Data nel palazzo ducale, 136. — (1364), ind. II, Marzo 26. — c. 35 (31) t.° — Michele de Babalio ed il comune di Ragusi denunziano al doge, che l’equipaggio d’una nave comandata da