220 COMMEMORALI, LIBRO Vili. Fatto nella sala del Maggior Consiglio in Venezia. — Testimoni : Pietro del fu Iacopino de’ Rossi cancellier grande, Giovanni Vido, Bartolameo del fu Francesco Barbarigo ed Andrea Morosini figlio di Pietro cav. — Atti Giovanni del fu Pietro di Andalò. V. Ljubió, op. cit., IV, doc. CCCCXLIX. 393. — 1393, ind. II, Settembre 7. — c. 168 (170). — Essendo stato eletto Benedetto di Antonio Veniero a canonico e cappellano di S. Marco in luogo del ri-nunziante Andrea di Maffeo Gradenigo ; in seguito a qualche dubbio insorto nel capitolo, il doge decretò che fossero devoluti al nuovo eletto gli uffizi ed il luogo del Gradenigo, e lo investi del rispettivo benefizio. 394. — 1393, ind. I, Novembre 22. — c. 171 (173) t.° — Anna contessa di Veglia, Modrussa ecc. vedova del conte Giovanni, nomina i nobili Marco viceconte del fu viceconte Nicolò di Veglia e Giorgio di Paolo de’ Giorgi da Zara, a suoi procuratori per la stipulazione dell’affare riferito nel n. 397 (v. n. 379 e 397). Fatto in Segna nella stanza del cavaliere Tomaso ivi vicario, al tempo di Sigismondo re d’Ungheria ecc., di Leonardo vescovo di Segna e di Nicolò conte di Veglia ecc. — Testimoni : i nobili Frisone viceconte, Gasparino viceconte in Vino-dol e Vito del fu Iacopo da Segna. — Sottoscritta da Giorgio giudice ed esaminatore. — Atti Nicolò del fu Domenico da Veglia notaio imperiale e scrivano del comune di Segna. 395. — 1303, ind. II, Dicembre 2. — c. 168 (170). — Il doge, coi consigli minore e dei XL, permette a frate Angelo ed ai costui colleghi eremiti qui faciunt victam SS. Apostolorum di andar limosinando sui piati (barche). Data nel palazzo ducale di Venezia. 396. — s. d. (1393). — c. 167 (169) t.° — Desiderato Lucio dichiara: che ritornando Giovanni Contarini e Marino Malipiero (dei quali era scrivano) dalla loro ambascieria al re d’Aragona, e trovandosi cinque anni addietro, nel Febbraio, in Avignone, chiesero al visconte di Rodés il pagamento di certo debito che teneva verso Venezia ; che quel signore colle più solenni proteste promise che soddisferebbe al dovere al suo ritorno da una missione in Francia, al più tardo nel termine d’otto mesi ; che finalmente cercò di cansare si redigesse atto notarile di tal sua promessa. 397. — 1394, ind. II, Gennaio 5. — c. 170 (172) t.° — Il doge e la Signoria di Venezia ed i procuratori di Anna contessa di Veglia, nominati nel n. 394, pattuiscono: Venezia presta 10000 ducati d’oro alla contessa, la quale cede a quella in pegno il castello di Raspo in Cherso (sic, nel Carso) con diritto di riscuoterne le rendite e tenerlo con tutte le sue pertinenze fino a restituzione totale della, predetta somma (v. n. 398). Fatto nel palazzo ducale di Venezia. — Testimoni : Pietro de’ Rossi dei Qua-